Tasso di motorizzazione e sviluppo economico

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Questo articolo è il primo di una serie che avrà come oggetto di analisi l’Automotive e la relativa filiera.
In termini di scambi commerciali mondiali, questa filiera contende all’Elettronica il primo posto tra i manufatti ed è attualmente oggetto di un forte processo di trasformazione: l’avvento dell’auto elettrica, gli sviluppi della guida autonoma e, più in generale, l’applicazione delle ICT agli scenari veicolari, tenderanno a rivoluzionare sia l’organizzazione della filiera che le dinamiche di commercio estero del settore. L’obiettivo della ricerca avviata in StudiaBo è quello di analizzare questi cambiamenti, partendo dalla descrizione della recente evoluzione dei processi di motorizzazione.


La motorizzazione è uno dei principali fenomeni che segnalano lo sviluppo economico di un paese, e risulta legata a doppio filo con i processi di industrializzazione e urbanizzazione, a loro volta dimensioni rilevanti dello sviluppo.
In merito alla motorizzazione, il panorama mondiale risulta ad oggi diviso in due, con una netta discrepanza tra paesi sviluppati e in via di sviluppo: se da un lato i primi possono dire di aver completato il loro processo di motorizzazione, e si stanno principalmente focalizzando su questioni relative all’impatto ambientale e alla transizione verso forme di mobilità più sostenibili, per i secondi, invece, il processo è appena iniziato.

Autoveicoli in uso

I dati raccolti dall’International Organization of Motor Vehicles Manufacturers (OICA) segnalano che il numero di autoveicoli in uso nel mondo ha registrato uno straordinario incremento tra il 2005 al 2015: da meno di 900 a quasi 1300 milioni di veicoli in uso, per il complesso dei paesi aderenti all’OICA. Mentre, però, per i paesi sviluppati il numero di autoveicoli in uso sta crescendo con moderazione, puntando ad una sostanziale stabilizzazione, per quelli in via di sviluppo i tassi di crescita risultano ben più sostenuti.

Sulla base dei dati OICA abbiamo rilevato che, tra i 25 paesi con i maggiori incrementi nel numero di autoveicoli in uso nel periodo 2005-2015, 17 di questi sono in via sviluppo; tra essi troviamo tutti i BRICS. Fatto salvo il caso del Sudafrica, i BRICS occupano, insieme agli USA, le prime 5 posizioni in questo ranking. Il primato incontestato è detenuto dalla Cina, che nell’arco di 10 anni ha aumentato di più del 400% il numero di veicoli sulle sue strade, raggiungendo i 163 milioni nel 2015. Andando di pari passo con il boom dell’economia cinese, questi dati confermano quindi il valore della motorizzazione come indicatore dello sviluppo economico di un paese.
La crescita del numero di veicoli in uso segnala che il processo di motorizzazione sta procedendo a ritmi sostenuti anche in alcuni paesi del sud-est asiatico, come Indonesia, Thailandia e Malesia; tra le regione del medio-oriente primeggiano invece Turchia, Iran, Siria, Arabia Saudita e Egitto.

Nord versus sud

Per avere un’idea delle diverse tendenze in atto tra il nord e il sud del mondo basta guardare ai seguenti grafici, che presentano l’andamento storico del numero di veicoli in uso per 5 paesi europei e alcuni paesi in via di sviluppo.

Autoveicoli in uso in 5 paesi europei (2005-2015)

Autoveicoli in uso in 5 paesi europei (2005-2015)

Autoveicoli in uso in alcuni paesi del Sud-est asiatico e del Medio Oriente (2005-2015)

Autoveicoli in uso Sud-est asiatico (2005-2015) Autoveicoli in uso Medio oriente (2005-2015)
Fonte: Elaborazioni StudiaBo su dati OICA.

Nei paesi in via di sviluppo il tasso di crescita dei veicoli in uso sorpassa quello osservato nei paesi industrializzati.

Ciò che distingue tra loro i processi di motorizzazione in atto nel sud del mondo è la provenienza dei veicoli, che possono essere di produzione interna o di importazione.
L’integrazione tra dati OICA sulla produzione e dati SIUlisse sul commercio mondiale mostra come, mentre il processo di motorizzazione di Thailandia e Turchia sia trainato dalla produzione interna, per Indonesia e Iran la produzione interna di autoveicoli e la loro importazione risultano all’incirca equivalenti. Al contrario, in Egitto e Malesia le importazioni prevalgono sulla produzione locale.

Il tasso di motorizzazione

Di fronte a queste dinamiche, è utile avere una fotografia dell’attuale stato del processo di motorizzazione su scala mondiale, laddove il tasso di motorizzazione di seguito rappresentato è calcolato come numero di autoveicoli per 1000 abitanti (dati 2015).



Fonte: Elaborazioni StudiaBo su dati OICA.


Secondo i dati OICA, al primo posto per tasso di motorizzazione si collocano gli USA, con 821 autoveicoli per 1000 abitanti. Seguono Nuova Zelanda, Islanda, Malta, Lussemburgo e Australia. L’Italia si colloca al settimo posto, con 706 veicoli su 1000 abitanti nel 2015.
Il nostro paese risulta quindi preceduto soltanto da nazioni con caratteristiche morfologiche particolari, e risulta primeggiare per numero di autoveicoli per abitante tra i suoi pari, ovvero i grandi paesi europei: tale evidenza costituisce un potenziale segnale d’allarme riguardo le carenze del sistema di trasporto pubblico.
I nostri principali partner europei si collocano su livelli di motorizzazione più bassi: l’Austria supera di poco i 600 autoveicoli per 1000 abitanti, mentre Francia, Spagna, Gran Bretagna, Belgio e Germania si collocano poco al di sotto dei 600; risultano ancor più green Danimarca, Irlanda e Finlandia, che orbitano attorno alla quota dei 500.