La Maglieria tedesca nel mercato Italiano - Il Controllo delle Performance
Pubblicato da Annalisa Vignoli. 26 Febbraio 2013.
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Avrei anche detto che, pur non essendo la Germania il principale paese di provenienza della maglieria di lana che varcava il confine italiano, le importazioni italiane dalla Germania vedevano aumentare il loro peso percentuale passando dallo 0,92 al 1,46% dal 2002 al 2005, per poi arrivare ai giorni nostri con il 2,29% (vedi fig 2). E molto altro avrei ancora potuto dire (non mi dilungo per necessità di sintesi).
[caption id="attachment_1552" align="alignleft" width="237" caption="Fig 2 – Peso percentuale delle importazioni per Paese di provenienza (%, fonte: banca dati Ulisse)"]
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Se, a quanto detto finora, aggiungiamo che la percezione dei prodotti di Maglieria Hans da parte dei clienti era ottima (si pensi che alcuni retail tradizionali lo utilizzavano per fare le loro vetrine migliori), che il mercato era disposto a riconoscere un premium-price per la qualità intrinseca del prodotto stesso e che, in quegli anni, il distributore stava vivendo un problema di ricambio generazionale con scarso attivismo nella ricerca di nuova clientela, ecco svelato l’assassino. Se avessi potuto contare sul Sistema Ulisse avrei potuto essere più determinato e convincente nell’affermare che la causa principale dell’andamento scarso e altalenante delle loro performance di vendita era da ricondurre prevalentemente al loro distributore che aveva fatto un buon lavoro di apertura del mercato negli anni precedenti, ma che, in quella fase, non riusciva a cogliere a pieno le opportunità che il mercato stava offrendo (e avrebbe offerto negli anni immediatamente seguenti).
Desideravo iniziare il mio contributo al Blog Ulisse con una testimonianza di buona prassi per sottolineare che, nonostante ci sia molta improvvisazione nei tentativi di internazionalizzazione delle PMI, non mancano anche esempi di realtà che controllano i loro risultati e si interrogano sull’incisività del loro operato nei processi di internazionalizzazione. In altre parole, è importante aprire nuovi mercati, ma altrettanto importante è sapere quanto si sta performando in quelli nei quali si è già presenti.
Federico Forchielli – Valore Impresa Srl
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