Pubblicato da Simone Zambelli. 01 Ottobre 2025.

Guerra commerciale Incertezza Export Asia Congiuntura Internazionale

Come mostrato nell’articolo “L’export cinese tra protezionismo USA e sovraccapacità globale”, l’impatto dei dazi americani sull’export cinese varia sensibilmente a seconda dei settori industriali, con comparti capaci di riorientare le vendite e altri più esposti. Una dinamica analoga emerge sul piano geografico: nei primi otto mesi del 2025, le esportazioni cinesi registrano andamenti molto differenziati in base al partner commerciale, riflettendo sia nuove opportunità sia tensioni nelle relazioni economiche internazionali di Pechino.

Il grafico seguente illustra la variazione tendenziale, espressa in dollari, delle esportazioni cinesi verso i principali partner commerciali (ordinati per rilevanza nel 2024) nei primi otto mesi del 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024.

Esportazioni cinesi per partner commerciale
(Variazioni tendenziali in dollari)

Fonte: ExportPlanning

La Thailandia e il Vietnam guidano la classifica degli incrementi, con variazioni superiori al +20% rispetto allo stesso periodo del 2024. Anche l’Indonesia segna un aumento a doppia cifra (+14%). Questo conferma la centralità del Sud-est asiatico nelle strategie cinesi di diversificazione, con la regione sempre più hub industriale e di consumo in rapida crescita.
Accanto al Sud-est asiatico, anche l’India si distingue come mercato in espansione, con importazioni dalla Cina in crescita di circa +15%. Nonostante le tensioni geopolitiche, i flussi commerciali tra i due giganti asiatici restano vivaci, trainati da elettronica, macchinari e beni intermedi.

Gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita mostrano incrementi robusti in doppia cifra, segno di una crescente interdipendenza energetica e industriale con Pechino. L’area si consolida così come uno dei poli emergenti per l’export cinese.
In Europa le esportazioni cinesi aumentano verso Spagna, Francia, Italia e Germania, con variazioni comprese tra +6% e +12%. È un segnale di resilienza dei rapporti commerciali, nonostante il dibattito europeo su protezione industriale e rafforzamento delle filiere interne.

Il dato più negativo riguarda gli Stati Uniti, dove le esportazioni cinesi scendono del -15%. La flessione è legata soprattutto alle tariffe punitive introdotte dall’amministrazione Trump, che hanno colpito tecnologia, elettronica e manifattura.
Debole anche l’America Latina: il Messico registra un leggero arretramento, mentre il Brasile segna un calo del -5%, evidenziando una dinamica contrastante all’interno della regione.
A completare il quadro delle difficoltà vi è la Russia, dove le vendite dalla Cina tornano a ridursi dopo il boom del 2022-2023 legato alle sanzioni occidentali. Il riorientamento verso Mosca sembra dunque aver raggiunto un limite.

Conclusioni

Il quadro complessivo è quello di un’industria cinese che sposta progressivamente il baricentro delle proprie esportazioni: in forte espansione verso Sud-est asiatico, India e Medio Oriente, in contrazione nei mercati americani e in Russia. L’Europa, pur tra tensioni e misure difensive, continua a crescere e resta una destinazione di primo piano.
La mappa dell’export cinese appare quindi frammentata ma in trasformazione: Pechino rafforza i legami con i vicini asiatici e con i partner energetici del Golfo, mentre consolida la propria presenza in Europa. Un mosaico in movimento che testimonia la capacità della Cina di adattarsi a un contesto globale incerto e che ne conferma il ruolo centrale nel ridefinire gli equilibri del commercio internazionale.

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