Filippine: il malato asiatico rischia una ricaduta.

Come Estrada prima di lui, Duterte ignora l'economia a suo rischio e pericolo

.

Asia Mercati esteri Il meglio dal Mondo

Accedi con il tuo account per utilizzare le funzioni stampa migliorata (pretty print) e includi articolo (embed).
Non sei ancora registrato? registrati!

Liberamento tratto da " Philippines -- 'sick man of Asia' risks relapse" - William Pesek, Nikkei Asian Review.

In questo articolo l’autore è molto critico con Rodrigo Duterte, l’attuale presidente delle Filippine. L’autore sostiene che il paese potrebbe avere bisogno di un nuovo ricovero al “pronto soccorso economico”. I miglioramenti registrati nella presidenza di Benigno Aquino (2010- 2016) sembrano infatti essere svaniti dopo 860 giorni di presidenza Duterte. Quest’ultimo si sta occupando più di temi sensibili all’opinione pubblica (lotta alla droga) che non dei veri problemi del paese. I risultati sono rallentamento della crescita, maggiore inflazione e una valuta più debole.

Il problema maggiore per l’autore è l’inflazione. Ad ottobre questa è risultata del 6.7%, un tasso molto maggiore rispetto all’obiettivo 2-4% della banca centrale. In questa situazione il tasso di interesse al 4.5% (portato al 4.75% a novembre) è troppo basso.
Altro fattore di criticità è l’aumento delle domanda non supportato da un aumento della produttività e competitività delle imprese, che si traduce in una crescita maggiore delle importazioni e in un progressivo peggioramento del saldo commerciale.

L’autore segnala che la lotta alla droga non si sta accompagnando ad una lotta alla corruzione. In poco più di due anni, le Filippine sono passate dal 95° posto al 111° posto nell’indice di onestà amministrativa (corruption perceptions) pubblicato dal Transparency International (si veda il grafico che segue).

Filippine: indice di onestà amministrativa


L’autore, infine, compara l’evoluzione politica di Duterte a quella di Joseph Estrada, 13-esimo presidente delle Filippine, che, dopo aver vinto con ampio margine le elezioni presidenziali del 1998, si preoccupò più dei propri interessi che non del paese. Dopo tre anni si dovette dimettere per l’elevato malcontento popolare.