I semestre 2019: performance del commercio mondiale per aree di libero scambio

Il commercio mondiale non perde terreno nel primo semestre dell’anno, ma mostra intensità di crescita diverse per area

.

Accordi di libero scambio NAFTA Asia Congiuntura Oceania Domanda mondiale Sud-est asiatico Eurozona Congiuntura Internazionale

Accedi con il tuo account per utilizzare le funzioni stampa migliorata (pretty print) e includi articolo (embed).
Non sei ancora registrato? registrati!

Dopo il forte rallentamento registrato nel corso della seconda metà del 2018, la dinamica del commercio mondiale a prezzi costanti in dollari ha chiuso il primo semestre dell'anno segnalando una sostanziale stabilità rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno, come anticipato nell'articolo "Il rallentamento dell’economia mondiale è terminato?".
Tuttavia, un'analisi dei flussi di scambio per aree geografiche rivela come il rallentamento stia mostrando intensità diverse in relazione all'area di appartenenza.

La tabella riportata di seguito mostra l’andamento a prezzi costanti del commercio internazionale nell’ultimo semestre, suddiviso per aree geografiche. Le zone geografiche fanno riferimento a tre aree di libero scambio: Unione Europea (UE), Nord America (Stati Uniti, Canada, Messico, attualmente soggetti all’accordo di libero scambio NAFTA che verrà sostituito entro il 2020 dall'USMCA) e Asia del Pacifico (ASAP)1; categoria residuale è il resto del mondo (ROW).
Il grafico riporta in colonna le aree di origine del flusso commerciale e in riga le aree di destinazione. La grandezza del cerchio all’incrocio tra l’area di esportazione e l’area di importazione è proporzionale al valore a prezzi costanti del flusso commerciale registrato nel 2018; il colore di ciascun cerchio rappresenta, invece, il tasso di variazione tendenziale registrato nel periodo esaminato.

Graf. 1: Commercio mondiale per aree geografiche

 Commercio mondiale per aree geografiche
Fonte: dati ExportPlanning.

Dal grafico proposto risulta chiaro come il rallentamento più significativo sia stato accusato dagli scambi interni all'Unione Europea, che hanno segnalato una flessione del 1.2% a prezzi costanti rispetto al primo semestre dello scorso anno. Il risultato è da ricondurre in parte ad un fenomeno di normalizzazione, a seguito della crescita dinamica registrata tra il 2017 e l'inizio del 2018, ed in parte all'attuale fase di debolezza dell'Eurozona, dove pesa il rallentamento dell'economia tedesca e l'incertezza Brexit.

Sostanziale stabilità viene segnalata anche per i flussi commerciali tre le economie asiatiche e il Nord America. A registrare tale dinamica sono sia i flussi di importazione che quelli di esportazione tra le due aree, segnalando perciò il ruolo determinante della guerra commerciale Usa-Cina. Il risultato, tuttavia, manifesta una relativa resilienza al contesto internazionale, ed è in parte da ricondursi ad un effetto sostituzione a favore di paesi terzi che ha avuto luogo sul mercato americano e su quello cinese.

Nei casi rimanenti si segnala una crescita tendenziale positiva generalizzata: nel caso di flussi intra-area sono risultati in crescita sia gli scambi interni alla regione asiatica, sia quelli interni all'area del Nord America. I casi di aumento più dinamici si segnalano però per i flussi bilaterali UE-Nord America: le esportazioni europee verso l'America del Nord sono cresciute del 5% a prezzi costanti, e le importazioni UE dalla regione sono aumentate del 6%.

Conclusioni

L'analisi suggerisce che, seppur in rallentamento, la dinamica del commercio mondiale non sembra perdere terreno per il momento. Le prospettive per la seconda parte dell'anno dipenderanno fortemente non solo dai prossimi sviluppi delle tensioni commerciali Usa-Cina, ma anche dalla ripresa dell'economia dell'Eurozona e dei flussi di investimento internazionali.


1. L'Asia del Pacifico include le regioni dell'Asia Meridionale, del Sud-Est Asiatico, dell'Asia orientale e dell'Oceania.