Yen porto sicuro? Forse non più

Tra Coronavirus e debolezza economica, la dinamica della valuta giapponese si discosta dal gruppo delle “safe haven”.

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Il trend che ha suscitato il maggiore scalpore questa settimana sui mercati forex è l’inversione di rotta dello yen giapponese, che sembra entrato in una fase di indebolimento. Tale dinamica risulta controintuitiva rispetto a ciò che siamo soliti osservare sul mercato dei cambi, ovvero un rafforzamento delle valute rifugio a fronte di situazioni di generalizzata incertezza.
Mentre a fine gennaio, nella prima fase dell’epidemia legata al nuovo Coronavirus, la valuta giapponese si è rafforzata, in linea con l’andamento delle altre valute rifugio, dal 3 febbraio - quando è scattata la quarantena della nave da crociera Diamond Princess al largo di Yokohama, non lontano da Tokyo - la valuta si è deprezzata, per poi stabilizzarsi per alcuni giorni e infine subire un brusco deprezzamento negli ultimi giorni.

Tasso di cambio effettivo valute rifugio (gennaio 2020-oggi)

Dal 13 agosto ad oggi la valuta ha perso più del 6% del suo valore rispetto al dollaro. Il tasso di cambio dello yen rispetto al biglietto verde si trova ora su livelli di massimo, registrati per l’ultima volta a dicembre 2018.

tasso di cambio Yen/dollaro

Effetto Coronavirus

La forte esposizione del Giappone alla diffusione del coronavirus sembra quindi uno dei fattori che sta guidando l’indebolimento dello yen, portando a perdere, almeno per il momento, il suo status di valuta rifugio. Al momento il Giappone risulta il terzo paese al mondo per numero di contagi registrati (preceduto dalla Corea del Sud), mentre sale al secondo posto se si considerano anche gli oltre 600 contagiati della nave Diamond Pricess, di diverse nazionalità.
Negli ultimi giorni stanno inoltre emergendo critiche su come il Giappone abbia gestito la quarantena e la prevenzione, sulla nave e sulla terraferma: l’accusa è quella di non aver adottato misure abbastanza restrittive, polemica che sta quindi alimentando un clima di tensione.

Rallentamento dell’economia giapponese

Se quindi le prospettive negative sugli sviluppi dell’epidemia in Giappone stanno peggiorando il market sentiment, la questione Coronavirus non è però la sola a preoccupare i mercati e pesare sullo yen; anche l’andamento dell’economia giapponese risulta infatti preoccupante.
Negli ultimi giorni sono stati rilasciati i dati sulla performance dell’economia nipponica nel IV trimestre 2019, che non sono incoraggianti: dopo un progressivo rallentamento dei (già deboli) ritmi di crescita nel corso del 2019, il tasso di variazione congiunturale del PIL è entrato, nel quarto trimestre, in territorio negativo. La contrazione registrata nell’ultimo trimestre risulta particolarmente preoccupante perché si tradurrebbe, su base annua, in una contrazione superiore al 6%.
Anche la produzione industriale ha registrato un deterioramento nell’ultimo trimestre, sfiorando il -4% su base congiunturale, preceduto da una debole contrazione nel Q3. Guardando invece al tasso di variazione tendenziale, la produzione industriale risultava già in contrazione dall’inizio del 2019 (rispetto allo stesso periodo del 2018), tendenza poi esasperata nell’ultimo trimestre.

Giappone: tasso di variazione congiunturale PIL e produzione industriale


Questo scenario di preesistente debolezza, unito all’attuale emergenza sanitaria e al conseguente rallentamento dell’economia cinese, non potrà quindi che porre ulteriore pressione sull’economia giapponese e sulla sua valuta nei prossimi mesi, data l’impatto negativo di una epidemia (ma anche del timore della stessa) sopratutto su consumi e servizi. Il diffuso timore degli analisti è ora quello di un secondo trimestre in negativo, e che quindi che l’economia nipponica entri, tecnicamente, in recessione.

Rendimenti

Tenendo conto dei fattori appena citati, e del fatto che i titoli USA offrono rendimenti più alti rispetto a quelli giapponesi, risulta quindi evidente come il dollaro emerga come opzione migliore in termini di safe-haven asset. Comparativamente, gli asset giapponesi risultano meno attraenti.
Ciò risulta confermato dall’andamento del dollaro, che prosegue il suo cammino di apprezzamento (+1.9% nell’ultimo mese in termini effettivi). Se a fine novembre l’apprezzamento del dollaro sembrava aver raggiunto il suo culmine, anche in seguito alla diminuzione dell’incertezza per la guerra commerciale, con l’insorgere di una nuova emergenza internazionale il king dollar sembra avere ripreso appieno il suo primato.

tasso di cambio dollaro