Elevate differenze nei crolli settoriali del commercio estero

La caduta del commercio mondiale in quantità per il 2020 risulta simile al crollo registrato durante la Grande Recessione, ma con maggiore dispersione settoriale

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Automotive Domanda mondiale Incertezza Congiuntura Internazionale

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Le analisi congiunturali portano a stimare la caduta del commercio mondiale in quantità per il 2020 in un intorno del -15%. Non molto diverso dal crollo subito nella crisi del 2008-2009. Rispetto alla Grande Recessione però la dispersione settoriale è molto maggiore: per alcuni settori il crollo è stato drammatico, per altri, addirittura, il commercio è risultato in aumento.
Una misura di questo aspetto può essere ricavata quantificando la quota di prodotti il cui commercio mondiale è crollato ad aprile 2020 di oltre il 50% rispetto al corrispondente mese del 2019; quelle il cui crollo è compreso tra -50% e -30% e tra -30% e -10%; quelle la cui variazione è compresa tra -10% e +10% o superiore al 10%.
Nel grafico che segue sono riportate le quote di commercio mondiale di aprile 2019 dei cinque cluster individuati sulla base del tassi di variazione tra aprile 2019 e aprile 2020.

Quote di commercio mondiale rispetto ai tassi di variazione aprile 2020
Fonte: Elaborazioni ExportPlanning


Dall’analisi del grafico emerge come la maggior parte dei prodotti considerati ha visto diminuire gli scambi per il mese di aprile 2020 rispetto allo stesso mese del 2019. La quota maggiore dei prodotti ha accusato una contrazione in termini di commercio mondiale compresa tra il -30% e il -10%. Circa un quarto dei prodotti analizzati ha avuto una forte caduta, compresa tra il -50% e il -30%, e un decimo ha avuto un crollo superiore al 50%.
Il restante quarto viene diviso tra quei prodotti che hanno registrato una sostanziale stabilità con variazioni del commercio mondiale compreso tra il -10% e il +10% e quelli in cui questa è risultata in crescita, ovvero superiore al 10%. In questa ultimo ultimo cluster rientra il 5% del commercio mondiale. La dispersione dei risultati in termini di commercio mondiale evidenzia come non tutti i prodotti sono stati colpiti allo stesso modo. Alcuni hanno assistito ad una crescita, altri invece, come i prodotti del comparto Automotive e di quello Luxury hanno registrato le performance peggiori.
In questo articolo abbiamo approfondito questo aspetto, concentrando l’analisi su quei prodotti che, rispetto al 2019, ad aprile 2020 hanno subito le maggiori contrazioni in termini di valori scambiati.

Automotive

A livello globale l’industria dei mezzi di trasporto risulta essere la più colpita. Per questo settore, nel mese di aprile 2020 è stata rilevata una contrazione delle esportazioni del 58% rispetto allo stesso mese del 2019.
Questo crollo è generalizzato alla maggior parte dei prodotti che rientrano nell’industria dei mezzi di trasporto. Sono quindi in difficoltà non solo prodotti di lusso come le auto sportive, che ad aprile 2020 registrano una contrazione di 3.9 miliardi, ma anche veicoli commerciali e automobili di media cilindrata.
Va inoltre sottolineato che questo crollo non è confinato ai soli prodotti finiti. Tutta la filiera produttiva ne ha fortemente risentito. Il crollo del commercio mondiale ha riguardato anche i prodotti intermedi, come le componenti per autoveicoli, inclusi motori e pezzi di ricambio.

Luxury

Tra i prodotti più colpiti rientrano anche quelli del settore del lusso, quali gioielleria e alta moda.
E’ chiaro che in un momento di grande incertezza come quello che stiamo vivendo, il commercio dei beni di lusso non sta correndo alla velocità che correrebbe in un contesto normale.
Ad aprile 2020, il solo commercio di diamanti destinati alla gioielleria è diminuito di quasi 5 miliardi di dollari rispetto al corrispondente mese del 2019. Inoltre, il commercio degli oggetti di gioielleria di metalli preziosi è in calo di 3.4 miliardi e quello delle opere d’arte e da collazione di 1.6 miliardi.
Per quanto riguarda il settore moda, molto forte è la diminuzione del commercio mondiale di scarpe (- 2 mld $), quello di blue jeans e t-shirt (- 2mld $) e di borsette da donna (- 700 mln $). In forte diminuzione sono anche alcuni prodotti della cosmesi.