Beni e dispositivi per l’emergenza Covid-19: i segnali dal commercio internazionale

L’esplosione su scala internazionale della pandemia da Covid-19 ha portato ad un massiccio aumento della domanda di beni e attrezzature mediche essenziali, sempre più significativo il ruolo cinese

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L’esplosione su scala internazionale della pandemia da Covid-19 ha portato ad un massiccio aumento della domanda di beni e attrezzature mediche essenziali per la gestione dell’emergenza sanitaria. Sulla base dell’elenco dei prodotti e dei dispositivi anti-Covid individuati dall’Organizzazione Mondiale delle Dogane (WCO), è infatti possibile evidenziare come, nel corso dei primi tre trimestri del nuovo anno, la domanda mondiale di tali prodotti abbia registrato un picco senza precedenti. Gli aumenti più sensibili hanno riguardato in primo luogo la domanda di dispositivi direttamente collegati alla gestione sanitaria dell’epidemia, quali i kit per test diagnostici (test molecolari, reattivi, mezzi di coltura, sieri), i dispositivi medici monouso (ossigeno, siringhe) e le apparecchiature specialistiche per l’ossigenoterapia; una spiccata crescita ha inoltre caratterizzato la domanda mondiale di dispositivi di protezione individuale per viso e mani (mascherine, visiere, occhiali protettivi, guanti).

Import UE bici e monopattini elettrici
Fonte: Elaborazioni ExportPlanning


Un’esplosione così significativa della domanda di attrezzature e dispositivi anti-covid ha però rafforzato i timori riguardo a un’eccessiva dipendenza di diverse economie internazionali dalle importazioni di attrezzature e dispositivi essenziali, evidenziando per numerosi paesi un’inadeguatezza della produzione domestica nel far fronte a una quantità sufficientemente utile per la distribuzione sul territorio nazionale. La globalizzazione ha infatti portato a una forte specializzazione produttiva per il comparto, in relazione ai diversi vantaggi di costo dei principali paesi esportatori. Nel 2019, infatti, solo tre paesi detenevano circa il 40% della domanda mondiale di tali prodotti, come riporta il grafico che segue.

Import UE bici e monopattini elettrici
Fonte: Elaborazioni ExportPlanning


Nella classifica dei principali esportatori ritroviamo in primo luogo il partner tedesco, in virtù della rilevanza delle esportazioni del Paese per una pluralità di beni, quali disinfettanti, kit per test diagnostici e diversi dispositivi medici monouso.
Seguono gli Stati Uniti, con una quota di commercio mondiale superiore al 12% e una specializzazione produttiva simile al mercato tedesco, ma con una maggiore rilevanza dell’export di apparecchiature e attrezzature mediche. Infine il partner cinese, per il quale la specializzazione produttiva è spiccatamente legata ai dispositivi di protezione individuale: nel 2019 il Paese ha infatti detenuto circa il 35% della domanda mondiale del comparto.

Il dilagare dell’epidemia su scala internazionale ha tuttavia portato diverse amministrazioni, tra cui l’Unione Europea e gli Stati Uniti, verso un inasprimento delle barriere commerciali con l’introduzione di limitazioni alle esportazioni di prodotti per la gestione dell’emergenza.
Tale dinamica, se da un lato ha portato diverse economie a potenziare la produzione domestica di beni essenziali, dall'altro sembra aver fortemente favorito, almeno nel breve periodo, il competitor cinese (si vedano i grafici che seguono).



La forte crescita della quota di commercio mondiale detenuta dalla Cina nel corso della fase più acuta dell'emergenza è in netta controtendenza rispetto ai rimanenti paesi produttori. Inoltre, il risultato interessa solo parzialmente il comparto di maggiore specializzazione cinese, e cioè quello dei dispositivi di protezione individuale, ma anche e sopratutto gli altri prodotti, per i quali la rilevanza del Paese del Dragone era stata finora decisamente più limitata.
L'aumento è stato visibile sia nelle importazioni da parte di paesi sviluppati produttori, come Stati Uniti e Germania, sia da parte di paesi in via di sviluppo fortemente esposti all'epidemia, come Brasile, Messico e Russia.

Tale evidenza risulta particolarmente interessante in prospettiva di una seconda ondata di contagio sulla scena globale. Il ruolo del partner cinese in un comparto così strategico nell'attuale congiuntura sembra essere infatti diventato ancora più significativo rispetto allo scorso anno, rendendo il Paese un fornitore ancora più di primo piano.