Commercio estero UE: i dati a pre-consuntivo 2020

Le esportazioni europee chiudono il 2020 con una flessione del 10% in euro e con un quadro piuttosto eterogeneo in termini di dinamica delle principali aree di destinazione

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La recente diffusione da parte dell’Eurostat delle statistiche di commercio con l’estero dei paesi europei permette di fare il punto sul quadro della ripresa delle esportazioni, a fronte del peggioramento del contagio e delle relative misure di contrasto che hanno interessato il Vecchio Continente negli ultimi mesi del 2020. Il consolidamento del trend di recupero dell'export visibile dai mesi estivi non può infatti prescindere dall’evoluzione dell’epidemia nell'ultimo trimestre, quando l’Europa è tornata nuovamente ad essere epicentro dell’epidemia da SARS-coV-2.

Il grafico che segue riporta la variazione tendenziale mensile (rispetto al corrispondente mese dell’anno precedente) delle esportazioni europee in euro, distinguendo tra export intra-UE ed extra-UE. L’area in azzurro identifica le variazioni stimate da ExportPlanning attraverso modelli ARIMA, che consentono di fare previsioni di breve periodo.

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning

A seguito delle significative flessioni dei mesi primaverili, il cammino di recupero delle esportazioni europee ha segnato il suo miglior risultato a settembre, quando è risultato di “solo” 3.8% inferiore al corrispondente valore 2019. Il peggioramento del quadro epidemiologico visibile dai mesi autunnali sembra aver debolmente arretrato la velocità di recupero delle esportazioni nel mese di ottobre, senza tuttavia interrompere in modo significativo il trend, che già dal mese di novembre prospetta infatti un miglioramento.

Tale risultato è in parte consolidato dall'andamento del Purchasing Managers’ Index (PMI) dell’Eurozona, indicatore “real time” dell’attività economica, che sintetizza le prospettive in merito ai livelli di produzione industriale sulla base delle dichiarazioni di acquisto delle imprese. Pur a fronte di una timida decelerazione, tra ottobre e dicembre l'indicatore si è stabilmente mantenuto al di sopra della soglia critica di 50.

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning

Le esportazioni europee nel 2020: il profilo mercato

Sulla base della disponibilità delle recenti informazioni di commercio estero dell'Unione Europea, è possibile quindi valuturare la dinamica delle esportazioni europee a consuntivo di questo difficile anno. Complessivamente, si stima che l'export UE abbia chiuso il 2020 con una flessione del 10% in euro rispetto ai valori del 2019. Tuttavia, la diversa velocità di recupero della domanda nei principali mercati di destinazione rende evidente una situazione piuttosto eterogenea per le diverse aree di sbocco.
Il grafico che segue posiziona i principali partner commerciali europei sulla base del tasso di variazione registrato nel 2019 (asse X) e della variazione del 2020 (asse Y). In questo modo è possibile dividere le aree che si sono caratterizzate per una flessione più significativa e un recupero più graduale da quelle maggiormente resilienti.

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning


In primo luogo, le esportazioni UE verso la maggior parte dei mercati di destinazione comunitari, e in generale europei, hanno accusato una flessione in linea alla media complessiva del -10%. Tra questi si segnalano tuttavia le contrazioni più marcate verso la Spagna per l'Europa UE, e verso il Regno Unito per l'Europa non-UE. Risulta buona invece la tenuta del mercato svizzero e di quello polacco. In controtendenza anche la Turchia che nel corso del 2020 ha in parte recuperato le deboli performance degli anni 2018-2019.

Oltreoceano, risulta invece sopra la media la flessione che ha interessato le esportazioni verso i principali partner nord-americani, in particolare le esportazioni UE dirette verso Stati Uniti hanno chiuso il 2020 con un flessione prossima al -12%. Al contrario, l'export verso le principali economie asiatiche ha contenuto le perdite: le vendite europee in Cina sono risultate di "solo" il 4.6% inferiori a quelle delle scorso anno o, nel caso della Corea del Sud, nel 2020 l'UE sembra aver recuperato dalla debole performance del 2019.
Pur in un quadro positivo sul fronte asiatico, non mancano le eccezioni: è il caso dei mercati di Giappone e India, che al contrario hanno registrato una marcata contrazione.

A fronte del sostanziale recupero dell'ultima metà dell'anno, l'analisi dell'export UE restituisce una situazione mercato piuttosto eterogenea in termini di dinamica delle principali aree di destinazione, confermando la sempre maggiore centralità dell'area asiatica nella dinamica di ripresa post-Covid.