Potenzialità per l’export made in Italy: il confronto/scontro Cina-Stati Uniti

In un panorama internazionale caratterizzato dal vis-à-vis Usa-Cina, quali dinamiche stanno caratterizzando le esportazioni italiane verso i due mercati?

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Stati Uniti e Cina rappresentano indubbiamente due mercati con un potenziale particolarmente elevato per gli esportatori italiani, riconducibile sia alle dimensioni significative dei due Paesi, sia alla relativa capacità di apprezzare prodotti di qualità e riconoscere un premium price per i prodotti made in Italy.

La rilevanza di Cina e Stati Uniti come mercati di destinazione per l’export italiano

Gli USA sono uno dei principali mercati di sbocco per i prodotti italiani e rappresentano un partner storico, tanto da essere diventati la seconda geografia di destinazione delle esportazioni nazionali nel 2022, con un valore di 65 miliardi di euro, scalzando la vicina Francia.
La Cina si è invece progressivamente affermata come un mercato ricco di opportunità, mantenendo un tasso di crescita medio annuo del 4.7% nel corso dell’ultima decade, pur collocandosi ancora su valori tre volte inferiori a quelli statunitensi.

Fig. 1: I mercati di destinazione dell’export italiano: peso di Stati Uniti e Cina


È fuori di dubbio che il peso del partner cinese sul totale delle geografie di destinazione del made in Italy sia progressivamente cresciuto nel corso del secolo: se nel 2001, anno di entrata della Cina nel WTO, il Paese deteneva poco più del 1% dell’export nazionale, nel 2021 ne ha assorbito circa il 4%. Tuttavia, a fronte del rallentamento dell’economia cinese per le misure di contenimento della pandemia, il 2022 sembra aver interrotto il trend crescente che aveva caratterizzato gli ultimi anni.

Un secondo fattore da tenere in considerazione è la forte propensione dei due mercati a importare prodotti di elevata qualità: soprattutto dopo la Grande Recessione, l’incidenza delle fasce premium-price sul totale delle importazioni della Cina dall’Italia è considerevolmente cresciuta, arrivando ad essere sostanzialmente paragonabile a quella americana, se non superiore negli ultimi anni. In entrambi i casi, più del 50% delle importazioni dal Belpaese sono infatti prodotti di elevata qualità (Fig.2).

Fig. 2: Incidenza delle fasce di prezzo più elevate


La relativa attrattività dei due mercati per le imprese italiane
è però cambiata nel corso dei trimestri più recenti

Export italiano in Cina e Stati Uniti: un’analisi congiunturale

In primo luogo, i segnali di rallentamento dell’economia cinese che hanno caratterizzato tutto il 2022, quando il Paese ha messo in campo stringenti misure di contrasto alla recrudescenza del virus da SARS-CoV-2, uniti a ulteriori segnali di debolezza che sembrano perdurare anche nel 2023, hanno reso il Gigante Asiatico un mercato “meno appetibile” in uno scenario internazionale già complesso. Inoltre, bisogna considerare il mutato contesto internazionale in cui si opera dopo la crisi pandemica, dove il confronto geopolitico e tecnologico Usa-Cina è stato peggiorato dalla guerra in Ucraina, e dalla relativa posizione cinese, oltre che dai timori delle principali economie mondiali sulla messa in sicurezza delle filiere. Tutto ciò sembra aver portato una configurazione internazionale sempre più polarizzata tra “Occidente” e “Oriente”, in cui si fa sempre più importante la convergenza degli orientamenti e la solidità dei rapporti diplomatici nella definizione delle proprie strategie commerciali.

Fig. 3: Dinamica dell’export Italiano verso Cina e Stati Uniti
(Tasso di variazione trimestrale tendenziale %, valori in euro)


A fronte delle precedenti considerazioni, la Fig.3 mette bene in evidenza come nel 2022 le esportazioni italiane abbiano mostrato una dinamica largamente più positiva verso il mercato americano rispetto a quello cinese, dato che sembra parzialmente ribaltarsi nel primi mesi del nuovo anno. Nel 2023, infatti, il mercato statunitense ha mostrato progressivi segnali di rallentamento a fronte di una ripresa cinese.

Al fine di leggere con maggiore dettaglio tali informazioni, il grafico che segue posiziona i primi 30 settori di esportazione italiana verso i due Paesi in funzione del tasso di crescita registrato dalle esportazioni verso gli Stati Uniti (asse Y) e verso la Cina (asse X) nel I semestre 2023 rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.

Fig. 4 – I semestre 2023: performance dell'export italiano in Cina e USA per settore


Al netto di quello che è stato un vero e proprio risultato record dell’export italiano di farmaceutica verso il Paese del Dragone, che spiega larga parte del tasso di variazione a doppia cifra del I trimestre 2023, di cui abbiamo parlato in un articolo precedente, le differenze in termini di performance delle esportazioni italiane sui due mercati si fanno più sottili per gli altri settori e, inoltre, appaiono relativamente differenziate in relazione alle diverse tipologie di comparti:

  • nel caso dei beni di investimento, il mercato americano sembra caratterizzarsi complessivamente per una migliore tenuta rispetto a quello cinese, sia per le importazioni di macchine per l’industria (F4), sia per la filiera meccanica (F2) e automotive (F3);
  • complessivamente tutti i settori dei beni intermedi mostrano andamenti relativamente allineati nei due mercati, con qualche evidenza di rallentamento, in linea all’attuale congiuntura internazionale;
  • i beni di consumo mostrano il quadro maggiormente eterogeneo. Per il Sistema Moda, nei primi sei mesi dell’anno il mercato americano sembra essere stato maggiormente premiante per le vendite italiane di Profumi e Cosmetica (E2.31) e Abbigliamento Esterno (E2.13), mentre quello cinese per le Calzature (E2.22), la Pelletteria (E2.21) e i Gioielli (E2.71), anche a fronte di un parziale rimbalzo rispetto ai risultati dello scorso anno.
    Evidenze deboli, ma in maggior tenuta sul mercato americano, si ravvisano anche per il segmento delle Bevande Alcoliche (E0.42).
    Per il Sistema Casa si riscontrano perfomance negative in entrambi i mercati, sia nel comparto degli Elettrodomestici per la Casa (E3.25) sia per il segmento Arredo e Mobile imbottito (E3.22); in linea al forte ridimensionamento della domanda mondiale di questi prodotti che si sta registrando su scala internazionale nel corso dell’ultimo anno.

Conclusioni

Una congiuntura internazionale complessa e i contraccolpi economici accusati dalla Cina hanno modificato nei trimestri più recenti la relativa attrattività dei due mercati per le imprese italiane. Nel corso del 2022 si è infatti registrato un aumento del peso del mercato statunitense sul totale dei mercati serviti dall'Italia.
A fronte di una ripresa cinese che sembra essere ancora fragile, una maggiore rischiosità del Paese del Dragone e una minore accessibilità, il mercato americano sembra infatti essere un'alternativa più "sicura". Tuttavia, solo un monitoraggio tempestivo delle informazioni e un'adeguata analisi del proprio settore di business possono far propendere l'ago della bilancia verso l'uno o l'altro Paese.