Agroalimentare: potenzialità e accessibilità mercato svizzero di vini

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Questo articolo è stato redatto in collaborazione con Valeria Minasi, consulente Export e internazionalizzazione, che collabora con il team ExportPlanning nell'ambito del progetto International Market Accessibility.

Il mercato svizzero offre un panorama di grande opportunità per gli esportatori (italiani e internazionali) di vini di qualità.
Come documentano i grafici sotto riportati, estratti dal Sistema Informativo Ulisse, nel 2019 la fascia alta di prezzo ha rappresentato per il mercato svizzero pressoché la totalità delle importazioni di vini fermi e circa il 70 per cento delle importazioni di vini spumanti.

La graduatoria di potenzialità mercati, formulata tramite ExportPlanning (si veda la tabella qui sotto riportata), posiziona la Svizzera al secondo assoluto per potenzialità di vini fermi1. In particolare, rileva la forte incidenza dei segmenti premium (fascia alta e medio-alta di prezzo).

Graduatoria potenzialità export vino imbottigliato: top mercati

Top mercati internazionali per vini fermi
Fonte: ExportPlanning - Scelta Mercato

Per quanto riguarda i vini spumanti2, in base alle elaborazioni ExportPlanning (si veda la tabella qui di seguito riportata), la Svizzera si posiziona al quinto posto della graduatoria di potenzialità.

Graduatoria potenzialità export vino spumante: top mercati

Top mercati internazionali per vini spumante
Fonte: ExportPlanning - Scelta Mercato

Da rilevare, inoltre, la dinamica di crescita dell’export italiano sul mercato svizzero di vini (sia fermi3 che spumanti4) sperimentata senza soluzione di continuità nel corso degli ultimi vent'anni.
Sul mercato svizzero le vendite italiane di vino fermo imbottigliato hanno superato l'anno scorso i 284 milioni di euro (contro i 177 di dieci anni prima); le vendite di vino spumante hanno evidenziato dinamiche anche più accelerate, arrivando nel 2019 a 60 milioni di euro (su valori più che doppi rispetto a dieci anni prima).

Si sottolinea che si tratta di vendite tipicamente “premium”, con prezzi medi che collocano le vendite italiane nella fascia alta. Si segnala, in particolare, un prezzo medio 2019 (valori FOB, Free On Board) delle vendite italiane di vini fermi in Svizzera di 7.18 euro al litro, contro un livello di 4.82 euro al litro in USA e di 3.16 euro al litro in Germania (rispettivamente primo e secondo mercato di destinazione delle esportazioni italiane del segmento nel 2019).
Analogamente, con riferimento alle vendite italiane di vini spumanti in Svizzera, nel 2019 i prezzi medi (valori FOB) hanno evidenziato un livello di 5 euro al litro, superiori a quelli delle vendite italiane del segmento su tutti i principali mercati di destinazione (USA: 4.57 €/lt; Regno Unito: 3.41 €/lt; Germania: 3.56 €/lt; Russia: 3.46 €/lt; Francia: 3.70 €/lt).

Informazioni di accessibilità mercato

Per quanto riguarda i requisiti di accessibilità al mercato, la Svizzera non presenta grandi problematiche, ma vale comunque la pena far riferimento ad alcune importanti indicazioni, alcune di carattere tariffario-protezionistico, altre di tipo documentale.

Dazi e Contingentamento

In Svizzera è presente un Contingente Doganale per i vini naturali pari a 1.7 milioni hl annui, valido per i vini rossi e bianchi che possono essere importati all’aliquota di dazio del contingente. Il Contingente viene assegnato in base all’ordine di entrata o di accettazione delle dichiarazioni doganali in frontiera. È doveroso precisare che negli anni scorsi il contingente non è mai stato raggiunto, ma è bene che gli esportatori italiani (ed europei) siano a conoscenza di tale misura.
Esistono, inoltre, dei dazi doganali all’importazione, consultabili sulla piattaforma TARES. Qualora l’importatore fosse in possesso di una quota di contingente, le tariffe doganali saranno molto ridotte e in alcuni casi nulle. In caso contrario, dovrà tenersi conto della tariffa agevolata prevista dagli accordi di libero scambio. In aggiunta, l’amministrazione delle dogane ha facoltà di riscuotere l’imposta sul valore aggiunto pari all’8%.

Documentazione

DICHIARAZIONE DOGANALE

L’importatore di merci destinate al mercato svizzero dovrà presentarle presso un ufficio doganale competente e dichiararle per l’imposizione doganale. Oltre alla dichiarazione doganale correttamente compilata, dovrà consegnare i documenti di trasporto. Tale dichiarazione potrà essere effettuata materialmente sia da coloro che trasportano la merce (spedizionieri), che da chi dà mandato di trasportarla (importatore). È possibile inoltrare la dichiarazione doganale per via elettronica mediante il sistema di imposizione e-dec Importazione se chi inoltra la dichiarazione è iscritto alla Direzione Generale delle Dogane5.

CERTIFICATO DI ORIGINE

La Svizzera è membro del Consiglio d'Europa, e dell'EFTA, ma non fa parte dell’Unione Europea. Attualmente è in vigore l’Accordo Bilaterale tra la Svizzera e l’Unione Europea, entrato in vigore il 1 giugno 2006.
In base a tale Accordo, le merci provenienti dalla UE godono di un regime preferenziale; il documento EUR 1 ha la funzione di documento di origine. Nel caso di spedizioni di valore inferiore ai 6 mila euro, l’EUR 1 può essere sostituito da una dichiarazione predisposta dall’esportatore accreditato, sulla fattura, che dettagli i prodotti in modo tale da permetterne l’identificazione.
Per quanto riguarda i prodotti vinicoli, la Svizzera viene equiparata ad ogni altro Paese UE.

DOCUMENTI DI IMPORTAZIONE

Per l'importazione in Svizzera di molti prodotti agricoli è necessario un permesso denominato PGI (Permesso Generale d’Importazione)6.

Il PGI è concesso su richiesta dall'Ufficio federale dell'agricoltura (UFAG) a persone fisiche e giuridiche nonché comunità di persone con domicilio o sede sul territorio doganale svizzero.

Il PGI è gratuito, ha validità illimitata e non è cedibile. Il PGI non dà automaticamente il diritto al titolare d'importare un prodotto all'aliquota di dazio del contingente ADC più bassa o a dazio zero; a tal fine è necessaria l'attribuzione di una quota del contingente o un accordo per l'utilizzazione di quote di contingente doganale.

NB: per vini e uva da torchiare, il PGI è concesso soltanto a persone giuridiche che hanno sede in Svizzera e se la persona giuridica dispone già di un numero aziendale attribuito dal Controllo svizzero del commercio dei vini (CSCV)7.


1) Il codice doganale considerato è HS220421: si rimanda alla seguente scheda di descrizione.
2) Il codice doganale considerato è HS220410: si rimanda alla seguente scheda di descrizione.
3) Con riferimento ai vini fermi, si segnala, in particolare, la rilevanza delle vendite di vini IGP (62.9 milioni di euro nel 2019), rossi a denominazione d'origine protetta [DOP] (58.6 mln €), e altri vini DOP da Toscana (41.4 mln €), Veneto (33 mln €) e Piemonte (16 mln €). Per le vendite italiane di vini IGP, nel 2019 la Svizzera si è posizionata al 4° posto assoluto tra i mercati di destinazione, con prezzi medi (misurati nei valori FOB) più che doppi rispetto a quelli praticati sul mercato tedesco (1^ destinazione dell’export italiano del segmento) e decisamente superiori a quelli praticati sui mercati “premium-price” nordamericani di USA e Canada (rispettivamente +27 e +48%).
4) Con riferimento ai vini spumanti, spiccano, in particolare, le vendite di Prosecco (42.9 milioni di euro nel 2019), in forte crescita nel periodo più recente, e di altri spumanti DOP.
5) Per ulteriori informazioni, si faccia riferimento alla pagina: e-dec Importazione. Dal 1 gennaio 2013 la Svizzera non accetta più le versioni cartacee del modello 11.010, ma solo dall’app e-dec Web.
6) Il PGI non serve per l’importazione in Svizzera di vini spumanti e di quelli con codice doganale CN2204.2150 (vini dolci, specialità vitivinicole e mistelle).
7) La norma quadro che regola la viticoltura e l’importazione del vino è l’Ordinanza del 14/11/2007 del Consiglio Federale “Ordinanza sul vino”. Il CSCV si occupa della protezione delle denominazioni geografiche e dell’applicazione delle condizioni quadro, controlla e fornisce informazioni alle aziende che commerciano nel vino, in collaborazione con l’Autorità di sorveglianza.