Lira turca: nubi all'orizzonte

La strategia di politica monetaria del paese comincia a mostrare i suoi limiti; si teme lo spettro di una nuova crisi valutaria

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Negli ultimi giorni, la lira turca è tornata sotto i riflettori degli osservatori finanziari. In questo articolo di maggio avevamo descritto il primo impatto della crisi Covid sulla valuta turca, quando le pressioni poste dallo shock sanitario, unite alle debolezze economiche strutturali del paese, l’avevano portata oltre la soglia psicologica delle 7 lire per dollaro. In seguito, con la generalizzata riduzione della risk aversion, il conseguente indebolimento del dollaro in quanto valuta rifugio e gli interventi di sostegno della banca centrale turca, il cambio era riuscito a rientrare dai livelli di emergenza, mantenendosi poi stabile tra giugno e luglio, come si nota dal grafico di seguito.

Tasso di cambio lira turca verso il dollaro

È però opinione comune tra gli analisti finanziari che la stabilità osservata non sia frutto della naturale dinamica di domanda e offerta, bensì di significativi interventi da parte della banca centrale turca per contenere il deprezzamento - strategia che non risulta però sostenibile nel lungo periodo a fronte di un’erosione delle risorse.
Negli ultimi giorni si evidenzia infatti una rottura di questa stabilità, con un’impennata per il tasso di cambio della lira turca verso il dollaro, che passa dalle 6.85 lire per dollaro del 27 luglio alla soglia delle 7 lire per dollaro nella giornata odierna (-1.8%), nonostante un dollaro attualmente piuttosto debole. La ritirata del biglietto verde ha aiutato la maggior parte delle valute dei paesi emergenti a risollevarsi dal deprezzamento legato allo shock Covid, mentre la lira turca è una delle poche ad aver continuato, nel periodo aprile-luglio, il trend di indebolimento della prima parte dell’anno.
L’inversione di tendenza osservata negli ultimi giorni ha fatto supporre a numerosi osservatori lo scenario di una carenza di valuta estera, che sta inducendo la banca centrale ad allentare la sua strategia di supporto.

Benchè i dati della Central Bank of the Republic of Turkey (CBRT) sulle riserve di valuta estera siano fermi a giugno, questi danno il segnale della presenza di una significativa erosione negli ultimi mesi. Le riserve di valuta estera a giugno si sono assestate sui 45.8 miliardi di dollari, dai quasi 75 miliardi di gennaio, dopo una sostanziale stabilità nel corso del 2019. Si presume che a luglio tale valore abbia continuato a scendere, ai fini di supportare la stabilità del cambio osservata, fino ad alcuni giorni fa, anche nel mese corrente.

Riserve di valuta estera Turchia

Riserve di valuta estera Turchia

I fattori di rischio

Il deprezzamento del cambio segnala la non sostenibilità della strategia di politica monetaria turca, fortemente voluta dal presidente Erdogan, che punta sul mantenimento di tassi d’interesse bassi quando invece, secondo teorie economiche più ortodosse, il sistema economico beneficerebbe in un simile contesto di tassi più elevati, che riuscirebbero con più facilità a contenere il deprezzamento della valuta. Allo stato attuale, il tasso d’interesse di riferimento della politica monetaria rimane inalterato all’8.25% da maggio; a fronte di un tasso di inflazione in accelerazione al 12.6% a giugno, il tasso d’interesse reale sta scendendo ancor più in territorio negativo rispetto ai mesi precedenti, elemento che evidentemente non costituisce un elemento di attrattività per gli investitori.

Questa situazione rischia, secondo gli osservatori, di trascinare la Turchia nella spirale di in una nuova crisi della bilancia dei pagamenti e valutaria. La crisi Covid si è andata infatti ad inserire in un contesto già debole, generando una forte contrazione del turismo, importante fonte di valuta estera per il paese e deflussi di capitale: secondo dati CBRT, lo stock di titoli di portafoglio (equity, bond governativi e del settore privato) detenuti dai non residenti è passato dai quasi 50 miliardi di dollari di gennaio a poco più di 30 miliardi a fine luglio.
Entrambi i fattori promuovono quindi un ampliamento del deficit delle partite correnti, fattore che preme al ribasso sul cambio.

Saldo partite correnti Turchia

Riserve di valuta estera Turchia

Come si nota dal grafico qui riportato, un deterioramento del saldo partite correnti del paese si nota già da fine 2019, ma si osserva un significativo peggioramento all’avvio della crisi Covid. Le uniche note positive che potrebbero coadiuvare un suo recupero nei prossimi mesi sono il lento recupero dell’export e l’attuale basso livello dei prezzi delle commodity, ma il livello di allerta rimane molto alto.