Crollo delle immatricolazioni in Europa: un’analisi dei dati di commercio estero

In negativo per il quinto mese consecutivo le immatricolazioni di automobili nel mercato UE: a Novembre, sono diminuite del 20.5% rispetto al 2020

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La crisi del mercato automobilistico europeo non registra alcun segno di miglioramento.
Secondo quanto riportato dai dati mensili ACEA (l’associazione dei costruttori automobilistici europei), a Novembre le immatricolazioni europee di nuove auto si sono attestate a 713.346 unità, per un calo complessivo del -20.5% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno. Si tratta di un’ulteriore flessione rispetto al -30% di Ottobre e al precedente -23.3% di Settembre, permanendo in territorio negativo per il quinto mese consecutivo. Il consuntivo di Gennaio-Novembre chiude sostanzialmente in pareggio con il dato dei primi undici mesi del 2020, registrando uno -0.04%.
Per un quadro completo, della performance del settore nell’ultimo biennio, il grafico seguente riporta i tassi di variazione delle immatricolazioni relative ai mesi del 2021 rispetto al 2020 e 2019.


Fonte: ACEA.

L’elemento di maggiore interesse che emerge è che in nessuno mese di quest'anno si è registrato un livello di immatricolazioni più alto dell’anno pre-crisi. In tale contesto nessuno dei principali mercati europei presenta dati rassicuranti a Novembre; cali a due cifre sono infatti presenti in quasi tutti i paesi, inclusi l’Italia (-24.6%), colpita anche dall’esaurimento degli incentivi statali per i veicoli a zero o basse emissioni, e la Germania (-31.7%), preceduta solo dalla Lituania (-59%) nel record negativo.
Il segno meno prevale anche tra i paesi del nord Europa: a soffrire maggiormente è la Svezia (-20.7%), seguita da Danimarca (-17.7%), Olanda (-17.5%), Belgio (-17%) e Finlandia (-9%). Mentre Slovenia, Irlanda, e Bulgaria rappresentano gli unici mercati UE in cui le immatricolazioni sono in crescita, il dato relativo alla Francia testimonia una contrazione significativamente più modesta rispetto a quella subita dai principali competitors.


Immatricolazioni automobili a Novembre, per paese
(tassi di variazione 2021 su 2020)

Fonte: ACEA.

Le evidenze suggerite dall’analisi delle immatricolazioni interne si accompagnano a quanto emerge dall’analisi dei flussi europei di importazione di autoveicoli. I dati di commercio estero dell’Unione Europea,aggiornati ad ottobre, con prestima del mese di novembre, evidenziano un calo significativo rispetto allo scorso anno.

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning.

Tuttavia, gli acquisti dai paesi extra-UE sembrano mostrare una performance relativamente più resiliente rispetto a quelli provenienti dai paesi membri. In particolare, dalla seconda metà del 2021, le importazioni di veicoli prodotti nei paesi asiatici hanno recuperato il gap con i livelli del 2019. Nel grafico di seguito, in cui è illustrata la dinamica delle importazioni europee di autoveicoli riportando a 100 la media dell’import del 2019, osserviamo che l’Asia è l’unica area geografica che si mantiene al di sopra del valore 100. In recupero il blocco dei paesi NAFTA, mentre fatica ancora il commercio di veicoli intra-europeo.

Importazioni europee di autoveicoli, per aree di provenienza

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning.

La differenza in termini di import dalle varie aree geografiche risulta ancora più marcata se scomponiamo i dati per singoli paesi. Mentre l’export americano di autoveicoli verso gli stati UE è passato da un valore di 8 miliardi di dollari nei primi undici mesi del 2019 ad un valore di 7.8 miliardi nello stesso periodo del 2021 (-4%), gli acquisti dai principali partner asiatici hanno evidenziato un incremento significativo; infatti, le importazioni dalla Cina e dalla Corea del Sud sono passate rispettivamente dai 722 milioni di dollari ai 4.7 miliardi e dai 6 ai 6.4 miliardi.

Inoltre, può essere utile analizzare quali categorie merceologiche stanno contribuendo maggiormente alla performance asiatica. Indagando la dinamica dei due principali comparti del settore, ovvero la produzione di veicoli a motore “tradizionale” ed elettrico, è possibile evidenziare il diverso andamento dei primi rispetto ai secondi: se le automobili a motore “tradizionale” importate dall’Asia si mantengono al di sotto del valore base 100 per il periodo considerato, i veicoli elettrici sono responsabili dell’incremento delle quote di commercio asiatiche sul mercato europeo.


Fonte: Elaborazioni ExportPlanning.

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Durante il 2021, le catene del valore asiatiche sembrano aver dimostrato una maggiore resilienza rispetto a quelle europee ed americane, in particolar modo nella seconda parte dell’anno, mantenendo una forte specializzazione produttiva nella fabbricazione di veicoli elettrici. Nei prossimi mesi, il monitoraggio dei dati di commercio estero e di quelli sulle immatricolazioni consentirà di anticipare i possibili sviluppi futuri dell'attuale situazione.