Squilibri del saldo della bilancia commerciale e multilateralismo

Quali paesi hanno beneficiato del multilateralismo e a cosa sono dovuti gli squilibri del saldo della bilancia commerciale?

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Analisi Macro Analisi Mercati Esteri

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Nel corso degli ultimi decenni, l’intensificarsi degli scambi di merci e servizi a livello globale ha accresciuto il fenomeno della globalizzazione.
Tradizionalmente, la maggiore apertura delle economie ai mercati è stata considerata uno dei pilastri fondamentali nello sviluppo del multilateralismo, ossia l’esistenza di una pluralità di attori che scambiano merci e servizi alle stesse condizioni. Portavoce del multilateralismo è l’Organizzazione mondiale del commercio (WTO), organismo che ha l’obiettivo di ridurre o abolire le barriere tariffarie tra i diversi gli Stati aderenti.
Il grafico che segue mostra l’andamento del commercio mondiale di beni e di servizi dal 1995, anno di fondazione del WTO, al 2018.

Commercio mondiale beni e servizi
Fonte: Elaborazioni su dati ExportPlanning

Come si nota dal grafico, vi è una marcata accelerazione del commercio mondiale sia di beni che di servizi a seguito del 2001, anno in cui la Cina è entrata a far parte del WTO. L’adesione del dragone asiatico ha portato a non pochi squilibri nei saldi di bilancia commerciale dei paesi partner. Per misurare tali squilibri si osservi la sommatoria dei valori assoluti dei saldi commerciali dal 1995 al 2018 di tutti i paesi mondiali, riportata nel grafico sottostante.

Sommatoria valori assoluti saldi bilancia commerciale
Fonte: Elaborazioni su ExportPlanning

Anche in questo caso è a seguito dell’entrata della Cina nel WTO che si sono registrati gli incrementi maggiori degli squilibri nei saldi di bilancia commerciale. Se nel momento dell’entrata della Cina nel WTO, la somma dei valori assoluti dei saldi commerciali di tutti i paesi del mondo non arrivava a 2 trilioni di euro (pari a poco più del 25% del valore del commercio mondiale), nel 2019 essa ha superato i 7 trilioni di euro, con una incidenza superiore al 30% sul commercio mondiale.

Quali paesi hanno beneficiato degli squilibri?

Il grafico animato che segue mostra l'evoluzione del saldo di bilancia commerciale per:

Per 153 paesi, dal 1995 a oggi.
La grandezza di ciascun cerchio rispecchia il valore assoluto dell’avanzo (in verde) o del disavanzo (in rosso). Dall’analisi del grafico è quindi possibile evincere quali paesi hanno beneficiato maggiormente della crescente globalizzazione e quali, invece, hanno peggiorato il proprio saldo di bilancia commerciale.

Fonte: Elaborazioni su dati ExportPlanning

Saldo merci

Il saldo positivo della bilancia commerciale di un paese risiede in un vantaggio competitivo nella produzione di uno o più beni. Si possono individuare principalmente quattro tipologie di vantaggio competitivo:

  • minori costi di produzione;
  • presenza esclusiva di beni;
  • presenza esclusiva di tecnologie;
  • maggiore capacità di differenziazione.

Dal grafico è possibile notare come generalmente siano i paesi in via di sviluppo (Cina su tutti) ad essere esportatori netti di merci, in quanto hanno un vantaggio competitivo che risiede nei minori costi di produzione rispetto ai paesi sviluppati.
Russia e Arabia Saudita godono della presenza di materie prime la cui domanda è quasi inelastica rispetto al prezzo, quali petrolio e gas.
A godere di un vantaggio competitivo tecnologico è la Germania, che presenta un avanzo della bilancia commerciale grazie al suo elevato know-how.
Anche l’Italia ha un saldo commerciale merci positivo. In questo caso il vantaggio competitivo deve essere cercato nella elevata differenziazione dei prodotti italiani.

Saldo servizi

Per i servizi sono principalmente le economie avanzate (soprattutto USA e Gran Bretagna) a presentare degli avanzi del saldo di bilancia commerciale, mentre i paesi in via di sviluppo (tra cui la Cina) risultano in deficit. La natura di questa differenza risiede nella dotazione di capitale umano qualificato, necessario per lo sviluppo dei servizi che un paese è in grado di offrire.

A cosa sono dovuti gli squilibri del saldo di bilancia commerciale?

Secondo la teoria classica, esiste una relazione tra disavanzo della bilancia commerciale e svalutazione del cambio. A un disavanzo del saldo della bilancia commerciale segue una svalutazione del tasso di cambio. Dalla svalutazione del cambio derivano due effetti principali:

  • le merci locali risultano meno care in valuta straniera;
  • le merci straniere risultano più care in valuta locale.

Questi due effetti, sommati, producono un miglioramento del saldo della bilancia commerciale nel medio-lungo periodo. La teoria classica è valida se la competitività è basata sul prezzo. A volte, il vantaggio competitivo di un bene è la sua qualità e il prezzo diviene un fattore secondario nella scelta di acquisto.
Come è possibile osservare dal grafico sottostante, che mostra gli acquisti per fascia di prezzo, i beni di fascia Alta e Medio-Alta hanno assunto un ruolo sempre di maggior rilievo, soprattutto se paragonati con i prodotti di fascia Bassa e Medio-Bassa.
La minore elasticità al prezzo è un primo fattore che limita la capacità esplicativa della iteoria classica di riequilibrio del saldo della bilancia commerciale via svalutazione del cambio.

Domanda mondiale per fasce di prezzo

Vi è inoltre un’altra criticità nell’applicazione del modello classico all’economia reale. Il tassodi cambio è sempre meno reattivo agli squilibri del saldo di bilancia commerciale, a causa della crescente importanza dei movimenti di capitale.
Spesso grandi afflussi di capitale neutralizzano gli effetti sul tasso di cambio di elevati deficit commerciali. Un esempio in questo senso sono gli Stati Uniti, il cui afflusso di capitali dall’estero (misurati dagli Investimenti diretti esteri) ha registrato un incremento pressoché continuo dal 2002 in poi, compensando parzialmente il deficit della bilancia commerciale.

Investimenti diretti esteri in entrata negli USA

Conclusioni

La globalizzazione dell’economia mondiale è stata spesso additata come causa degli aumenti delle diseguaglianze, della crescente incertezza economica e degli squilibri economici sempre maggiori. Tra questi un ruolo non marginale ha avuto la crescita dei disavanzi di bilancia commerciale. Una critica che è stata avanzata al modello del multilateralismo perseguito dal WTO è quella di non aver introdotto soluzioni in grado di limitare questi effetti negativi.
Dall’inizio della grande recessione nel 2008 si è registrato un numero crescente di azioni da parte dei diversi governi di protezione del proprio mercato e di sostegno unfair delle proprie esportazioni. Con la guerra commerciale contro la Cina, l’amministrazione Trump si è fatta alfiere di queste posizioni protezionistiche. È probabile che se non verranno introdotti correttivi al modello del multilateralismo, i paesi “perdenti” continueranno a cercare una propria soluzione in azioni protezionistiche, rendendo meno certo il loro grado di apertura al commercio estero.