Analisi delle esportazioni italiane e francesi verso la Cina: un focus sul settore agroalimentare

Il forte ritardo italiano dell'agroalimentare in Cina viene compensato dalla buona performance del sistema moda

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Uno dei mercati a più elevate potenzialità per le esportazioni agroalimentari europee è senza dubbio la Cina, che negli ultimi anni è cresciuto molto e ha progressivamente ampliato il riconoscimento delle Indicazioni Geografiche UE. Nel corso degli anni i rapporti tra le due aree si sono rafforzati e hanno portato alla ratifica di un accordo per il riconoscimento reciproco, entro il 2021, di 100 indicazioni geografiche.
È noto che sia l’Italia che i suoi cugini d’Oltralpe facciano del comparto agroalimentare il fiore all’occhiello delle proprie esportazioni, tuttavia, i due paesi godono di un posizionamento sul mercato cinese completamente diverso per il comparto.

Come ampiamente documentato nell’articolo La rilevanza della rete distributiva come driver di crescita delle esportazioni, sin da inizio secolo, la GDO (grande distribuzione organizzata) francese ha infatti investito molto sul mercato cinese, portando i propri prodotti ad essere maggiormente diffusi e riconosciuti anche nel Paese del dragone. Al contrario l’Italia si è mossa con più ritardo e sembra essere stata penalizzata dalla presenza della grande distribuzione francese, non intercettando altrettanto bene la domanda cinese di beni agroalimentari.
Il posizionamento italiano sul mercato ne ha perciò ampiamente risentito, come mostra il grafico che segue, dove vengono messe in evidenza le quote di mercato di Italia e Francia negli ultimi 8 anni (cumulata ultimi 4 trimestri).

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning

Come possiamo notare dal grafico, la Francia detiene una quota di mercato dei beni agroalimentari che oscilla intorno al 10%, valore ben maggiore rispetto a quello dell’Italia, che si aggira attorno al 2%. A testimonianza di quanto detto in precedenza, il gap mostrato è molto ampio, pur trattandosi di un settore di eccellenza per il Belpaese.

Il grafico scatterball che segue permette di indagare in quali segmenti sussistano le maggiori differenze in termini di posizionamento competitivo dei due paesi, riportando sull’asse delle ascisse la quota di mercato francese detenuta in media negli ultimi 5 anni, e sulle ordinate quella italiana.
In giallo è stata disegnata la bisettrice, che consente di evidenziare quei settori in cui la quota di mercato italiana è maggiore rispetto a quella francese (le ball sono posizionate al di sopra di essa), distinguendole dai casi opposti in cui è la quota di mercato francese ad essere maggiore di quella italiana (le ball sono collocate al di sotto). Infine l’ampiezza delle ball è proporzionale alla media fra le esportazioni italiane e francesi nel 2019 verso la Cina.
Ai fini di analisi, nel grafico proposto è stato incluso anche un altro settore particolarmente rinomato e prestigioso per entrambi i paesi, ovvero il sistema moda.

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning

Dal grafico proposto risulta evidente come il gap esistente tra il posizionamento competitivo francese e italiano è tipico del comparto agroalimentare e non viene invece rilevato per il sistema moda.
Possiamo immediatamente notare che la maggior parte dei settori facenti parte dell’agroalimentare sono posizionati sotto la bisettrice, fra le uniche eccezioni vi sono gli oli (E0.12) e pasta e riso (E0.15), tutti prodotti tipicamente italiani. Salta all’occhio soprattutto l’enorme gap registrato dal settore delle bevande alcoliche (E0.42) dominato dallo champagne, che porta la Francia a detenere una quota di mercato superiore al 30%, a fronte dell’Italia che si attesta sul 4%. Situazione diametralmente opposta per il sistema moda, nel quale è l’Italia ad avere quote di mercato maggiori per la gran parte dei settori presi in considerazione. Su tutti spiccano l’abbigliamento esterno e le calzature, ma anche gli accessori per abbigliamento e l’intimo.

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Conclusioni

Questo confronto fra Italia e Francia ha messo in luce le evidenti problematiche delle esportazioni agroalimentari italiane verso la Cina. La rete distributiva italiana non ha saputo svilupparsi a sufficienza per sostenere la crescita del settore in un mercato potenzialmente ricco di opportunità.
Tuttavia il sistema moda non mostra queste difficoltà e, in accordo con la tendenza dell’export italiano soprattutto nell’ultimo semestre, l’Italia è riuscita a mantenere la propria quota di mercato al di sopra dei rivali transalpini in quasi tutti i segmenti, segnalando una riconoscibilità più elevata del Sistema Paese in questo comparto.