Commercio estero UE: peggioramento del saldo commerciale

Nei primi cinque mesi del 2022 il saldo commerciale UE si è collocato in territorio negativo per la prima volta dalla Grande Recessione

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La disponibilità dei dati europei di commercio estero, relativi ai primi cinque mesi del 20221, permette di documentare il significativo peggioramento sperimentato dal saldo della bilancia commerciale dell’Unione Europea, che per la prima volta dalla Grande Recessione si è collocato, per più trimestri consecutivi, in territorio negativo. Nei primi 5 mesi del 2022, infatti, il saldo commerciale cumulato è risultato in deficit di oltre 90 miliardi di euro, per un calo complessivo di oltre il 180% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Poiché il saldo commerciale di beni è definito come differenza tra il valore delle esportazioni e importazioni di prodotti a prezzi correnti, il risultato osservato è da ricondursi a una pluralità di fattori, che stanno influenzando simultaneamente l’andamento dell'import ed dell'export UE.

La vulnerabilità agli aumenti dei costi delle materie prime

Sin dalla fine del 2021, la bilancia commerciale della zona euro è entrata in territorio negativo (si veda Fig.1).
Tale risultato evidenzia, in primo luogo, la vulnerabilità dell’Unione Europea agli aumenti dei prezzi delle materie prime che stanno caratterizzando l’attuale congiuntura. A partire dal mese di novembre, infatti, la crescita delle esportazioni europee, pur positiva, non è stata tale da compensare gli aumenti evidenziati dal valore delle importazioni, guidati soprattutto dai rincari generalizzati delle commodity, in primis dai prezzi degli energetici.

Fig. 1 - UE: saldo bilancia commerciale di beni
(scala di sx: saldo commerciale, scala di dx: import/export, miliardi €)

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning.

Nei primi mesi del nuovo anno, lo scoppio della guerra russo-ucraina ha aumentato ulteriormente le pressioni sui prezzi, soprattutto a fronte del ruolo ricoperto da Mosca nella fornitura energetica del Vecchio Continente. A marzo 2022, le importazioni europee dalla Russia hanno infatti toccato un punto di massimo storico, anche a fronte della difficoltà di sostituire le forniture del gas russo con paesi terzi (si veda Fig.2)2.

Fig. 2 - UE-Russia: saldo bilancia commerciale di beni
(scala di sx: saldo commerciale, scala di dx: import/export, miliardi €)

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning.

Le sanzioni verso la Russia e i lockdown cinesi

Sul fronte export, al contrario, le azioni sanzionatorie messe in campo degli alleati e le misure restrittive all’export UE verso il mercato russo hanno determinato un calo drastico delle esportazioni europee verso il Cremlino. Il risultato complessivo è stato quello di un peggioramento significativo del saldo commerciale bilaterale UE-Russia: il deficit Bruxelles-Mosca ha superato i 50 miliardi di euro nei primi cinque mesi del nuovo anno, segnando un ampliamento di oltre il 350% rispetto ai valori dello scorso anno.

Insiema alla Russia, un altro paese ha inciso in modo significativo sul saldo negativo della bilancia commerciale europea: la Cina.
Il valore delle importazioni europee dal Paese del Dragone è infatti sensibilmente cresciuto a partire dalla seconda metà del 2021, a fronte di un andamento stabile dell’export UE, in parte penalizzato, nei mesi più recenti, dai lockdown che hanno colpito città strategiche della Cina, come Shanghai e Shenzhen.

Fig. 3 - UE-Cina: saldo bilancia commerciale di beni
(scala di sx: saldo commerciale, scala di dx: import/export, miliardi €)

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning.

Quali Stati Membri hanno visto peggiorare significativamente il proprio trade deficit?

Il peggioramento del saldo della bilancia commerciale nei primi cinque mesi del 2022 è un fenomeno sostanzialmente esteso a tutte le economie dell’area euro (eccezion fatta per l’Irlanda). Un dato che risulta particolarmente significativo è il deficit registrato da un’economia export-oriented come quella italiana. Anche in questo caso si tratta di un’inversione del segno del saldo commerciale degli ultimi anni, generalmente positivo, con un calo tendenziale di oltre il 150% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Conclusioni

Gli aumenti dei costi delle materie prime, soprattutto degli energetici, le persistenti inefficienze lungo le catene internazionali del valore (tra cui i recenti lockdown cinesi) e le sanzioni europee verso la Russia hanno in larga parte determinato il risultato negativo segnato dalla bilancia commerciale europea in questi primi cinque mesi dell’anno.
Un ulteriore fattore da tenere in considerazione è però l’evoluzione dei rapporti di forza euro-dollaro degli ultimi mesi, che hanno mostrato un significativo apprezzamento del dollaro rispetto all’euro. Tale fenomeno ha sicuramente l’effetto di migliorare la competitività dei prodotti europei nel mondo, e potrebbe quindi invertire la tendenza negativa della bilancia commerciale europea. In questo quadro, l’elemento da monitorare sarà sicuramente l’evoluzione dei prezzi delle commodity nel corso del secondo semestre dell’anno, al fine di capire se gli aumenti di prezzo “importati” possano essere più che compensati da un aumento della domanda internazionale di beni europei.


1. Con prestima delle dichiarazioni Intra-UE di maggio.
2. I dati permettono comunque di documentare un aumento del deficit commerciale europeo verso altri paesi fornitori, come Norvegia, Algeria e Azerbaijan, segnale dei tentativi europei di ridurre la dipendenza energica da Mosca.