Due potenze, due modelli: come USA e Cina gestiscono gli squilibri economici
Pubblicato da Veronica Campostrini. .
Stati Uniti Asia Importexport Bilancia commerciale Analisi Mercati EsteriLa guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina ha dominato il dibattito economico internazionale per anni, alimentata da dazi, misure protezionistiche e tensioni geopolitiche. Spesso, però, l’attenzione mediatica si è concentrata esclusivamente sul saldo commerciale tra i due Paesi, ovvero sulla differenza tra esportazioni e importazioni di beni. Si tratta di un indicatore utile, ma limitato.
Per cogliere appieno la complessità del rapporto economico tra le due potenze, è necessario adottare una prospettiva più ampia: quella offerta dalla bilancia dei pagamenti, lo strumento contabile che registra tutte le transazioni economiche tra un Paese e il resto del mondo. Attraverso questa lente, è possibile comprendere le dinamiche strutturali che influenzano le strategie economiche di Stati Uniti e Cina, sia nel contesto bilaterale che in quello globale.
La bilancia dei pagamenti: cos’è e perché è cruciale
La bilancia dei pagamenti è un sistema contabile che riepiloga tutti i flussi economici tra un Paese e il resto del mondo in un determinato periodo. Si articola in tre componenti principali:
- Conto corrente: include la bilancia commerciale (beni e servizi), i redditi da capitale e lavoro e i trasferimenti unilaterali (rimesse degli emigranti, ad esempio);
- Conto capitale: registra i trasferimenti di capitale non ricorrenti e le transazioni su beni immateriali;
- Conto finanziario: traccia i movimenti di capitale in entrata e in uscita, come investimenti diretti, investimenti di portafoglio e variazioni delle riserve ufficiali.
Un aspetto fondamentale, spesso trascurato, è che la bilancia dei pagamenti è sempre in equilibrio. Questo non significa che ogni singola voce sia bilanciata, ma che un disavanzo in una sezione deve essere compensato da un avanzo in un’altra (segue infatti la logica della partita doppia contabile). Ad esempio, un deficit commerciale comporta necessariamente un afflusso di capitali o una riduzione di riserve valutarie. In assenza di questi aggiustamenti, si generano pressioni sul mercato valutario che, attraverso il cambio, contribuiscono a ristabilire l’equilibrio.
Il caso degli Stati Uniti
In riferimento all'economia americana, l’analisi dei dati evidenzia i seguenti elementi di attenzione:
- Il consistente deficit commerciale di beni è in parte bilanciato da un attivo nei servizi e nei redditi da capitale, ossia i profitti generati dagli investimenti statunitensi all’estero;
- Negli ultimi anni, tuttavia, nonostante un miglioramento del saldo dei servizi e una leggera riduzione del disavanzo commerciale, il conto corrente nel suo complesso non ne ha tratto grande beneficio. Il motivo? Un netto calo delle entrate da redditi di capitale che ha pesato sul risultato finale;
- Il disavanzo resta comunque finanziabile, grazie a un robusto e continuo afflusso di capitali stranieri, soprattutto sotto forma di investimenti di portafoglio.
USA: Conto Corrente e Conto Finanziario a media mobile annua
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Fonte: Elaborazioni ExportPlanning
Anche gli sviluppi più recenti confermano una dinamica ormai strutturale, che distingue l’economia americana nel panorama globale:
- Un deficit nei beni che persiste, ma è attenuato da un solido surplus nei servizi, alimentato da settori ad alto valore aggiunto come la finanza, la tecnologia, la consulenza e i media;
- Un flusso costante di capitali in ingresso, attratti dalla stabilità del sistema economico statunitense e dall’importanza strategica del suo mercato finanziario. I titoli del Tesoro americano restano tra gli strumenti d’investimento più ambiti a livello globale;
- Il ruolo chiave del dollaro, valuta di riserva e mezzo di scambio internazionale, che consente agli Stati Uniti di finanziare i propri squilibri in modo vantaggioso rispetto ad altri Paesi.
In definitiva, gli Stati Uniti godono di un vantaggio raro e strutturale: possono permettersi squilibri commerciali cronici, grazie alla fiducia che il mondo ripone nel dollaro e nell’appeal del loro sistema economico e finanziario. Un equilibrio precario, ma reso sorprendentemente sostenibile da forza, reputazione e centralità.
Il caso della Cina
I dati sulla bilancia dei pagamenti della Cina segnalano, invece, un cambiamento significativo emerso nella fase di ripresa post-pandemia. Il forte miglioramento del saldo di conto corrente non è stato trainato esclusivamente dall’avanzo commerciale, ma anche – e in modo rilevante fino al 2023 – da una riduzione del deficit nei servizi.
Sul fronte del conto finanziario, spicca un’evoluzione degna di nota: negli ultimi tre anni, il saldo degli investimenti esteri è passato da negativo a positivo. In altre parole, la Cina ha iniziato a utilizzare in misura crescente le proprie enormi riserve in valuta estera – frutto delle esportazioni – per acquisire imprese e infrastrutture all’estero, rafforzando così la propria presenza economica globale.
Cina: Conto Corrente e Conto Finanziario a media mobile annua
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Fonte: Elaborazioni ExportPlanning
Questi sviluppi confermano una strategia profondamente diversa da quella degli Stati Uniti: mentre Washington si affida al proprio mercato finanziario e alla forza del dollaro, Pechino punta su un surplus commerciale strutturale e sull’accumulo di attivi all’estero. Il modello cinese si fonda infatti su tre pilastri:
- Un avanzo commerciale persistente, che garantisce un afflusso stabile di valuta estera – soprattutto dollari – successivamente reinvestita in titoli del Tesoro USA o in acquisizioni strategiche all’estero;
- Un controllo attivo sul cambio, volto a contenere l’apprezzamento dello yuan e mantenere la competitività dell’industria esportatrice;
- Un’economia orientata all’export, in cui la domanda interna, pur in crescita, non ha ancora espresso tutto il suo potenziale.
In sintesi, la Cina persegue con determinazione un modello export-led, sostenuto da una politica valutaria mirata e da una crescente proiezione internazionale. Una strategia che mira non solo alla crescita economica, ma anche a un'espansione strategica del proprio peso globale.
Conclusione: squilibri strutturali, strategie divergenti
La bilancia dei pagamenti offre una visione molto più completa rispetto al semplice saldo commerciale. Essa mostra come gli squilibri tra Stati Uniti e Cina derivino da modelli economici profondamente diversi:
- Gli Stati Uniti fanno leva sul proprio sistema finanziario e sulla centralità del dollaro per attrarre capitali e sostenere consumi elevati;
- La Cina persegue una strategia basata sull’export, sul controllo del cambio e su una politica estera attiva in ambito economico.
Nel mezzo, le guerre commerciali rischiano di agire su leve parziali, come i dazi, trascurando la complessità dei flussi internazionali di beni, servizi e capitali. Solo una visione sistemica può guidare politiche economiche efficaci e sostenibili, capaci di affrontare squilibri reali e non solo apparenti.