Misurare gli effetti dei dazi USA: un confronto tra i principali partner commerciali

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Dopo aver analizzato nell’articolo I dazi di Trump stanno davvero ridisegnando l’export UE? l’impatto delle nuove misure tariffarie sull’export europeo verso gli Stati Uniti, in questo secondo contributo l’attenzione si concentra sugli altri grandi fornitori del mercato americano: Cina, Canada, Messico, Brasile e India, oltre all’Unione Europea.
Le nuove aliquote "reciproche" introdotte dall’amministrazione statunitense, che si sommano ai provvedimenti settoriali specifici, variano infatti in modo sostanziale tra i diversi partner: 15% per la UE, 25% per il Messico, 34% per la Cina, 35% per il Canada e fino al 50% per Brasile e India. Si tratta di livelli elevati, in grado di incidere significativamente sulla competitività dei prodotti esportati verso il mercato americano e di modificare le catene globali di fornitura.

Una visione complessiva nel periodo gennaio-settembre 2025

Già nei primi nove mesi del 2025, prima della piena applicazione delle tariffe, le dinamiche dell’export verso gli USA rivelano un quadro frammentato, dove alcuni Paesi appaiono maggiormente penalizzati rispetto ad altri.

Tab.1 – Export verso USA (primi 9 mesi 2025)
(Variazioni % a prezzi costanti)

Prodotti Cina Canada Messico Brasile India UE
Esenti*
(es: farmaceutica, semiconduttori ...)
-29.4 -0.3 51.5 -2.6 65.7 33.7
Automotive -47.7 -8.4 3.8 10.5 -50.9 -18.8
Componenti automotive -27.5 2.0 35.8 31.5 11.8 -1.3
Materie prime industriali
(acciaio, alluminio, rame e derivati)
-12.0 -12.1 -3.0 2.4 17.6 5.6
Altro
(es: agroalimentare, sistema moda, sistema casa ...)
-15.2 -5.1 0.0 -2.1 2.0 0.7
*N.B.: il quadro tariffario nei confronti della Cina è cambiato più volte nel corso dell'anno, includendo tariffe del 125%, senza esenzioni, nel periodo aprile-maggio

In una valutazione complessiva dei primi nove mesi del nuovo anno emerge con chiarezza l'ampia penalizzazione del partner cinese, che mostra forti contrazioni - in termini reali - in tutti i cluster di analisi.
Tale dinamica è il riflesso del vis-a-vis Usa-Cina e dell'evoluzione registrata in corso d'anno delle tariffe nei confronti del Paese del Dragone, che nel periodo aprile-maggio hanno visto l'imposizione di dazi superiori al 120% (successivamente ridimensionati).
In termini settoriali, le esportazioni cinesi di Automotive verso gli USA segnano un calo in quantità del 47.7%, mentre la Componentistica perde quasi il 30%. Il comparto delle Materie prime industriali si riduce del 12%, e anche i beni esenti per tutti gli altri partner — fra cui farmaceutica e semiconduttori — segnano un arretramento del 29.4%. La flessione generalizzata sembra riflettere un ulteriore accelerazione del processo di "decoupling" USA dalla Cina già avviato con la prima amministrazione Trump.

Il Canada, invece, mostra complessivamente una tenuta. Il calo più ampio si registra soprattutto nelle esportazioni di Materie prime Industriali (-12.1%), anche in virtù dell'importante ruolo del Paese in qualità di fornitore di acciaio e alluminio.
Sul fronte opposto, il Messico sembra invece rafforzare in misura sostanziale il proprio posizionamento di mercato, segnando crescite significative in diversi segmenti, confermando il ruolo del Messico come parte integrante delle catene di valore nordamericane.

Tra i Paesi emergenti, il Brasile mostra una crescita diffusa ma moderata, mentre particolarmente dinamico appare il quadro per l’India.

Particolarmente significativo appare il confronto con l’Unione Europea: complessivamente, nel periodo gennaio-settembre la performance dell'export UE appare infatti largamente resiliente rispetto ai maggiori partner commerciali USA.

A questo punto risulta utile approfondire le evoluzioni delle esportazioni dei partner appena citati, a seguito dell'entrata in vigore dei dazi.

Una visione complessiva a seguito dell'imposizione dei provvedimenti tariffari

Tab.2 – Export verso USA periodo post tariffe
(Variazioni % a prezzi costanti)

Prodotti Cina Canada Messico Brasile India UE
Esenti*
(es: farmaceutica, semiconduttori ...)
Automotive -70.0 -12.4 3.0 22.8 -35.2 -30.2
Componenti automotive -38.7 -2.4 36.6 45.8 18.9 -2.9
Materie prime industriali
(acciaio, alluminio, rame e derivati)
-16.7 -16.1 -3.7 -6.3 18.6 7.2
Altro
(es: agroalimentare, sistema moda, sistema casa ...)
-23.9 -9.6 0.9 -3.5 1.5 -1.0

Il confronto delle dinamiche dell’Unione con quelle degli altri grandi player conferma nuovamente l'ampia resilienza degli esportatori degli Stati Membri, per i quali spicca la tenuta nelle esportazioni dei cluster delle Materie Prime Industriali e degli Altri manufatti (Agroalimentare, Moda, Macchinari ecc..).

Appaiono particolarmente significative le penalizzazioni per il comparto Automotive, dove oltre all'ampia flessione cinese, è da segnalare anche quella indiana e dello stesso Canada (nonostante le esenzioni vigenti per prodotti conformi a regole di origine USMCA).
Il Brasile registra un’espansione inattesa, e in netta controtendenza, nei comparti di automotive e relativa componentistica, che tuttavia potrebbero essere ascrivibili a localizzazioni americane nel Paese.

Conclusioni

Nel complesso, i dati evidenziano che i nuovi dazi statunitensi non hanno generato un impatto generalizzato e profondo sull’export verso gli Stati Uniti. Gli effetti appaiono infatti concentrati su alcuni Paesi e comparti specifici, mentre la maggior parte dei partner commerciali mostra una capacità di adattamento notevole.

L’unica vera eccezione è rappresentata dalla Cina (e in misura minore il Canada), che registra contrazioni pesanti in quasi tutti i settori, dall’automotive alla componentistica, fino ai beni di consumo e alle materie prime. Per gli altri Paesi, invece, le variazioni restano nel complesso contenute o addirittura positive.