Emergenti e crisi Covid: il caso del Sudafrica

La posizione fiscale precaria del Sud Africa peggiora l'outlook della sua valuta.

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Dopo i casi peso messicano e real brasiliano, affrontati la scorsa settimana, analizziamo oggi la dinamica rand sudafricano, un’altra delle valute fluttuanti che più si è deprezzata rispetto al dollaro dall’inizio dell’anno, in particolare in seguito allo scoppio della crisi Covid. Dall’inizio del 2020 ad oggi il rand ha perso circa il 30% del suo valore rispetto al biglietto verde, toccando i massimi di quasi 19 rand per dollaro la scorsa settimana, per poi recuperare parzialmente terreno negli ultimi giorni.

Tasso di cambio rand sudafricano verso il dollaro

Andando a guardare più da vicino le ragioni dell’indebolimento, anche in questo caso ai fenomeni scatenati dalla pandemia, quali la risk aversion e la riduzione dei prezzi delle commodity (che costituiscono la principale voce di export del paese), si sono sommate debolezze strutturali dell’economia sudafricana, che hanno aggravato l’effetto dello shock sulla valuta.

Partendo dal tema della crescita economica, i dati mostrano come la situazione fosse precaria già prima dell’avvento del coronavirus. Nel 2019 la crescita PIL del paese si è infatti mostrata debole, e il quarto trimestre si è chiuso con una contrazione (-0.6% su base annua, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Prima della pandemia, per il 2020 l’IMF prevedeva una crescita del PIL dell’1.1%, che risulta comunque contenuta per un paese emergente; nell’ultimo World Economic Outlook tale valore è stato rivisto al -5.8%. Ci si attende quindi, come in molti paesi del mondo, una profonda recessione, che potrebbe segnare anche negli anni a venire un paese già fiscalmente debole come il Sud Africa.
In aggiunta ad una bassa crescita economica, tra gli ulteriori elementi di debolezza che pesano sull’economia del paese troviamo:

  • Una posizione fiscale precaria
    Tra il 2015 e il 2019 il debito pubblico in rapporto al PIL è aumentato di più di 10 punti percentuali, e ci si attende un continuo aumento per i prossimi anni. Il rapporto deficit/PIL risulta a sua volta elevato, pari al 6% nel 2019; data l’attuale situazione di emergenza, per il 2020 l’IMF prevede che il rapporto possa toccare il 13%, per poi ridursi soltanto debolmente l’anno successivo.
  • Una disoccupazione molto elevata
    Secondo dati IMF, nel 2019 la disoccupazione in Sud Africa ha toccato il massico storico del 29%, cifra che si prevede aumenterà al 35% nel 2020.

Questa situazione di preesistente difficoltà, sulla quale si innesta il fattore Covid, ha portato diverse agenzie di rating al downgrade del Sudafrica negli ultimi mesi: il colpo più forte è stato quello di Moody’s, con il downgrade del 27 marzo, in quanto ultima agenzia rimasta a considerare il debito del paese come investment grade, passato ora definitivamente a livello junk.

Luce in fondo al tunnel?

Nonostante la criticità dello scenario descritto, la valuta ha mostrato negli ultimi giorni una debole ripresa, attribuibile a diversi fattori:

  • Miglioramento del risk sentiment, data la linea delle graduali riaperture che sta prevalendo a livello globale;
  • Annuncio, alla fine della scorsa settimana, di un allentamento del lockdown anche in Sud Africa, a partire dal 1 maggio. Se tale notizia risulta positiva per la ripartenza dell’economia, permangono però timori per gli effetti sulla salute pubblica: benchè i casi confermati di Covid-19 siano infatti relativamente poco numerosi in Sud Africa, i dati mostrano come il picco dell’epidemia non sia ancora stato raggiunto, come si evince dal numero di nuovi casi confermati, ancora in ascesa.
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  • Annuncio del presidente Ramaphosa, risalente all’inizio della scorsa settimana, di un piano di stimolo all’economia da 500 miliardi di rand (26.9 miliardi di dollari). Per 95 dei 500 miliardi necessari, il Sud Africa si è appellato a istituzioni internazionali come il Fondo Monetario e la Banca Mondiale, scelta che però riserva il problema delle tempistiche non immediate per il raggiungimento di un accordo con i creditori.

Nonostante alcuni segnali positivi, il rand rimane nel complesso una valuta molto fragile, tra gli osservati speciali in questa emergenza globale.