Baht thailandese: un aggiornamento

La ripresa economica procede, benché ancora segnata dall’incertezza

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Il tasso di cambio del baht thailandese è tornato sui livelli antecedenti alla crisi Covid, sui valori di inizio 2020. La valuta chiude la settimana su quota 30.51 baht per dollaro: il picco di massimo indebolimento di oltre 33 baht per dollaro, toccato agli apici dello shock Covid, sembra quindi lontano.


Come sta procedendo la ripresa dell’economia thailandese? Il ritorno del cambio su livelli sostenuti rispecchia un rimbalzo economico significativo? La risposta che emerge analizzando alcuni dati chiave risulta, per il momento, negativa.
Le ultime informazioni rilasciate dalle autorità del paese (Office of the National Economic and Social Development Council) segnalano una contrazione del PIL nel quarto trimestre minore delle attese, ma comunque profonda (-4.2% su base tendenziale). Se la ripresa a V è in corso, come si nota nel grafico di seguito, l’economia risulta attualmente ancora al di sotto dei livelli pre-crisi. Nel complesso del 2020, il PIL del paese ha segnato un tonfo del -6.1%, la contrazione più profonda dal -7.6% registrato nel ‘98, durante crisi finanziaria asiatica.

Thailandia: tasso di variazione PIL (%)

Se in tutto il mondo l’impatto della pandemia ha fatto sentire i suoi effetti economici paralizzando il comparto dei servizi, nel caso della Thailandia ciò emerge con particolare vigore in relazione al forte peso che l’industria turistica riveste nel paese. Per la Thailandia le entrate turistiche rappresentano una componente strutturalmente importante del PIL: nel 2019 hanno superato l’11.3%. Il ministero thailandese del turismo e dello sport ha stimato che, nell’anno della grande pandemia, gli arrivi turistici nel paese sono caduti dell’83% rispetto all’anno precedente, dai quasi 40 milioni di turisti del 2019 ai 6.7 milioni del 2020.
In un contesto di turismo bloccato, il saldo delle partite correnti ne ha risentito: benché il saldo beni sia rimasto in territorio positivo – anzi persino aumentato – nel corso del 2020, a causa di una caduta dell’import (-13.5% su base tendenziale) che ha più che compensato quella dell’export (-6.6%), il saldo dei servizi e redditi primari/secondari è entrato fortemente in territorio negativo, come emerge dal grafico di seguito. L’effetto complessivo sul saldo delle partite correnti è stata una caduta superiore al 50% rispetto all’anno precedente.

Thailandia: saldo partite correnti, beni e servizi

Sebbene la caduta del saldo delle partite correnti nel 2020 abbia intaccato una storica fonte di sostegno per la valuta, il cambio del baht si è mostrato relativamente resiliente. Ad una fase di stabilità tra l’estate e l’autunno ha fatto seguito nuova fase di rafforzamento nei confronti del dollaro negli ultimi mesi del 2020. Il 2021 si è aperto all’insegna della stabilità, con qualche segnale di indebolimento a partire da febbraio.
La valuta ha certamente beneficiato della generale fase di appetito dei mercati per gli asset degli emergenti, nonostante sia sempre presente la volontà della banca centrale di evitare un eccessivo apprezzamento per non minare la competitività dell’export e del turismo.

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Secondo recenti dichiarazioni della Bank of Thailand, le prospettive della ripresa economica del paese rimangono ampiamente incerte. Esse risultano legate, nel breve periodo, alla seconda ondata di contagi da Covid-19, che ha colpito la Thailandia da fine dicembre ma che sembra stia tornando sotto controllo. Su un orizzonte più ampio, la ripresa risulta legata a doppio filo al ritorno dei turisti (secondo quanto riportato da Swissinfo.ch, il primo ministro thailandese avrebbe commissionato uno studio sui cosiddetti “passaporti vaccinali” per i turisti internazionali, per favorire la ripresa del turismo), l’efficacia della campagna di vaccinazione (appena cominciata) e la prosecuzione del supporto fiscale da parte del governo.