Nell'export l'Italia supera la Francia

Nel terzo trimestre 2021 si registra, per la prima volta, il sorpasso delle esportazioni italiane su quelle francesi

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In questi due anni di pandemia, l'Italia ha visto crescere progressivamente la sua reputazione internazionale. È stata il primo paese democratico ad affrontare il dramma dei contagi, degli ammalati e dei decessi da Sars-CoV-2, disegnando la strada che il resto del mondo ha poi seguito, ha riempito i giornali internazionali con i numerosi successi sportivi ed è stata indicata come esempio di democrazia in grado di superare le avversità, e, secondo diversi analisti, potrebbe sostituire la Germania nella guida strategica dell'Europa.
La prestima del 2021 della banca dati annuale ExportPlanning ci fornisce un altro motivo di orgoglio: con 475 miliardi di euro di merci esportate supereremo quest'anno i nostri cugini d'Oltralpe, fermi a 456.
Il grafico che segue illustra come siamo arrivati a questo risultato. In esso è riportata, per ogni mese dal 1989 ad oggi, la cumulata degli ultimi 12 mesi.

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning

Nel secolo scorso l'Italia ha sempre esportato meno della Francia, con un divario medio prossimo al 25%. Con la ripresa del 2004, trainata prevalentemente dalla domanda mondiale, questo divario ha iniziato progressicamente a diminuire, scendendo sotto il 10% all'indomani del fallimento della Lehman Brothers il 15 settembre 2008, coincidente con l'inizio della Grande Recessione.
Nel corso della crisi e del successivo recupero, il divario si è solo leggermente ridotto, fino a marzo 2020, quando il blocco delle attività produttive ha fatto crollare le esportazioni di entrambi i paesi. Quelle francesi sono calate maggiormente, segnalando una minor resilienza del sistema produttivo francese alla regole anti-covid.
Il 2020 si è chiuso con esportazioni sostanzialmente in pareggio per entrambi i paesi, e prossime a 430 miliardi di euro, ma è nella fase di ripresa di quest'anno che la maggior flessibilità dell'industria italiana ha consentito il sorpasso e il successivo allungamento.

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Numerosi fattori sono alla base di questo risultato. Una prima disamina può essere fatta mettendo a confronto la variazione delle esportazioni, italiane e francesi, tra i primi 9 mesi mesi del 2021 e il corrispondente periodo del 2019, come riportato nello grafico scatterball che segue. In giallo è stata disegnata la bisettrice, che consente di evidenziare quelle industrie in cui le esportazioni italiane sono aumentare più delle esportazioni francesi (posizionate al di sopra di essa), distinguendole dai casi opposti in cui sono le esportazioni francesi ad essere aumentate più di quelle italiane (collocate al di sotto).

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning

L'analisi dei dati ci consente di evidenziare diversi risultati interessanti:

  • Il principale contributo al sorpasso italiano è stata la maggior tenuta dell'Automotive rispetto alla forte debacle di quella francese. Mentre nei primi 9 mesi del 2021 l’aggregato delle esportazioni italiane di Mezzi di trasporto (F3), e delle relative componenti (D3), è risultato leggermente superiore alle esportazioni dei primi 9 mesi del 2019, le esportazioni francesi di queste due industrie hanno accusato una diminuzione che ammonta rispettivamente a 10 e 15 miliardi di euro;
  • Un contributo positivo è dato anche dall'industria dei prodotti finiti per la persona (E2). Anche in questo caso, la resilienza delle imprese italiane è stata maggiore di quella delle imprese francesi, limitando la flessione delle esportazioni nei primi 3 trimestri del 2021 a poco più di un miliardo di euro, a fronte della riduzione di 2,5 miliardi delle esportazioni francesi;
  • Anche nelle altre due industrie tipiche del made in Italy, l'Agroalimentare (E0 e B1) e i Beni per la casa (E3) le esportazioni italiane hanno sovraperformato quelle francesi.

Conclusioni

Nel complesso quello che risulta da questa analisi è l'individuazione di due fattori fondamentali: in primis, l’industria automotive riflette soprattutto la debolezza francese (più che la forza italiana), anche in questo periodo di forte ripresa economica; in secondo luogo, i settori distintivi del made in Italy stanno fortemente sostenendo l’export del Belpaese, anche grazie alla flessibilità tutta italiana di sfruttare al meglio i momenti di radicale cambiamento.