Il ruolo di Russia e Ucraina nel commercio mondiale di cereali

Le tensioni geopolitiche con la Russia hanno allertato i mercati sui possibili effetti di carenze di cereali. Un approfondimento del peso commerciale di Russia e Ucraina nel settore

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Agroalimentare Europa Export Incertezza Analisi Mercati Esteri

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Nelle ultime settimane si è verificata un’escalation delle tensioni geopolitiche, a causa dello schieramento di circa 100.000 truppe russe al confine tra Russia e Ucraina. L’evento si inserisce nel quadro di una crisi che risale ormai al marzo 2014, quando la Crimea approvò l’annessione alla Russia separandosi dall’Ucraina.
I timori di un conflitto tra Russia e Ucraina hanno allertato i mercati sui possibili effetti di carenze di cereali sui mercati mondiali, in virtù del significativo ruolo dei due paesi nella fornitura mondiale di cereali e del rischio di possibili sanzioni. Può quindi essere utile un'analisi puntuale dei flussi di commercio mondiale della principali tipologie di cereali e del ruolo rivestito dai due paesi, grazie alla ricchezza e alla disponibilità delle informazioni di commercio mondiale della piattaforma ExportPlanning.

Nel 2020 il commercio internazionale di cereali (grano, segale, orzo, avena, granoturco, miglio, grano saraceno) ha vantato un valore complessivo di circa 122 miliardi di dollari, con circa il 17% di export mondiale detenuto da Russia e Ucraina. In particolare, le esportazioni dei due paesi sono in larga parte costituite da grano tenero, mais e orzo.

Il commercio mondiale di grano tenero

Per le esportazioni mondiali di grano tenero il ruolo sulla scena internazionale dei due Paesi dell’est Europa appare significativo: così come stimato dall’United States Department of Agriculture (USDA), Russia e Ucraina detengono per il settore un quota di poco superiore al 30% dell’export globale (si veda il grafico che segue).

Fig.1 - Grano tenero: quote di export mondiale
(2020)

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning.

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La Russia è infatti il primo esportatore mondiale del comparto e anche l'Ucraina risulta tra i top 5 del ranking mondiale.
Data la rilevanza del grano tenero nell'industria dolciaria e della panificazione europea, i rumors di possibili sanzioni nei confronti della Russia hanno generato timori riguardo a una possibile contrazione dell’offerta del prodotto, che potrebbe esacerbare ulteriormente la dinamica rialzista dei prezzi1. È tuttavia opportuno sottolineare come gran parte delle esportazioni dei due Paesi si rivolge quasi interamente a economie emergenti; i soli mercati di Turchia ed Egitto assorbono più del 50% delle esportazioni di grano tenero dei due Paesi.

Fig.2 - Principali importatori di grano tenero da Russia e Ucraina
(2020)

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning.

Il commercio mondiale di mais e orzo

Relativamente più contenuto, ma comunque significativo, il peso dei due Paesi nel commercio mondiale di orzo e mais: nel primo caso, Russia e Ucraina detengono circa il 23% delle esportazioni mondiali; nel secondo poco più del 15%, con gran parte dell’export di granoturco proveniente dall’Ucraina, la quale ha registrato una crescita importante del proprio posizionamento competitivo nel settore nel corso dell’ultimo decennio (si veda il grafico che segue).

Fig.3 - Mais e orzo: quota di export mondiale detenuta da Russia e Ucraina
(2020)

Fonte: Elaborazioni ExportPlanning.

Anche in questo caso, tuttavia, il peso dei paesi emergenti tra i principali mercati di destinazione delle esportazioni di Russia e Ucraina risulta decisamente rilevante, sebbene, nel caso del mais, tra essi ritroviamo anche diversi partner europei (Paesi Bassi, Spagna e la stessa Italia).

Mais

Orzo

Fonte: elaborazioni ExportPlanning.

In conclusione, sebbene il ruolo dei due Paesi sia sicuramente significativo sulla scena internazionale nel commercio internazionale di cereali, non si può certo dire che l’Unione Europea risulti dipendente dalla importazioni di grano e altri cereali dalla Russia per soddisfare il fabbisogno interno, come accade per il gas. La gran parte dei partner europei per il comparto sono infatti paesi occidentali, in primis altri Stati membri (Francia e Germania) e nord-americani (Canada e USA). Anzi, soprattutto nel caso del grano e dell'orzo, Germania e Francia risultano tra i principali produttori mondiali, e potrebbero perciò potenzialmente beneficiare di un ridimensionamento russo nel settore.


[1] Per un approfondimento, si veda l'articolo Non accennano a ridursi i prezzi del grano in Europa.