Surplus cinese e nuovi equilibri nel commercio globale

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A cavallo tra il 2024 e il 2025 la Cina ha consolidato un surplus commerciale di beni di portata storica, superando per la prima volta la soglia dei 1.000 miliardi di dollari nella cumulata annua. In particolare, secondo i dati doganali aggiornati a novembre 2025, rielaborati e sistematizzati nell’ambito del Sistema Informativo ExportPlanning, il saldo commerciale dell’ultimo mese disponibile si è attestato su un valore prossimo ai 112 miliardi di dollari, configurandosi come il terzo surplus mensile più elevato mai registrato dal Paese.
Tale risultato assume una rilevanza analitica particolarmente significativa non solo in ragione della sua eccezionale dimensione, ma anche alla luce del contesto internazionale in cui si è manifestato, caratterizzato dall'ampia virata protezionistica americana.

Il grafico che segue (Fig.1) illustra l’andamento della cumulata annua dei flussi mensili della bilancia commerciale cinese negli ultimi anni, consentendo di cogliere con chiarezza le principali tendenze sottostanti.
L’elemento di maggiore rilievo emerge dal progressivo ampliamento del divario tra esportazioni e importazioni, riconducibile a una crescita dell’export sistematicamente più sostenuta rispetto alla dinamica delle importazioni del Paese del Dragone. Tale divergenza evidenzia il rafforzamento strutturale della vocazione esportatrice dell’economia cinese e contribuisce a spiegare l’espansione del surplus commerciale, riflettendo al contempo la debolezza della domanda interna e il ruolo centrale dei mercati esteri come sbocco dell’eccesso di capacità produttiva.


Fig.1 - Cina: Bilancia commerciale di beni
(miliardi di dollari, cumulata annua)

Fonte: Sistema Informativo ExportPlanning

Il risultato “eccezionale” registrato nel periodo più recente si configura come l’espressione di un modello di crescita strutturale, nel quale l’espansione della capacità produttiva e delle esportazioni procede a un ritmo superiore rispetto al consolidamento della domanda interna.

Se, da un lato, infatti, le strategie di politica industriale sono orientate al rafforzamento della manifattura avanzata e dell’innovazione tecnologica, dall’altro il sostegno ai consumi interni rimane subordinato alla costruzione di un sistema di welfare più solido, in grado di ridurre la propensione al risparmio e di rafforzare il ruolo dei consumi come motore della crescita economica.


Un’analisi settoriale del surplus cinese

La lettura settoriale del surplus commerciale cinese permette di cogliere, inoltre, con maggiore precisione la natura e la direzione del processo di innovazione e di upgrading qualitativo dell’offerta del Paese sui mercati internazionali. L’avanzo commerciale risulta infatti sempre più concentrato in comparti strategici per la nuova manifattura globale, segnalando la leadership nelle produzioni ad elevato contenuto tecnologico.


Fig.2 - Cina: Saldo commerciale per settore
(miliardi di dollari, cumulata Gen-Nov)

Fonte: Sistema Informativo ExportPlanning

Tra le principali componenti del surplus commerciale cinese emergono le industrie del Sistema Casa, del Sistema Moda e dei segmenti ICT, a fronte di un marcato disavanzo nell’approvvigionamento di materie prime naturali, elemento che conferma la forte vocazione trasformatrice dell’economia cinese.

Un dato particolarmente significativo riguarda i comparti che, nell’ultimo anno, hanno registrato un’ulteriore espansione del surplus commerciale rispetto allo stesso periodo del 2024. Tale dinamica segnala un rafforzamento strutturale della competitività internazionale dell’offerta cinese in specifici segmenti produttivi: primeggiano i Mezzi di Trasporto, con la relativa Componentistica, l’Elettrotecnica e i beni intermedi Chimici e in Metallo.

Il surplus si concentra quindi sempre più in comparti strategici per la nuova manifattura globale: veicoli elettrici, batterie e sistemi di accumulo energetico, tecnologie per le energie rinnovabili e, più in generale, chimica e materiali intermedi. Soprattutto in questi ambiti l’ascesa della manifattura cinese e la sua capacità produttiva esercitano una pressione al ribasso sui prezzi internazionali e sui margini dei produttori concorrenti.


Conclusioni e prospettive

Il superamento della soglia dei mille miliardi di dollari evidenzia, dunque, come il surplus cinese sia il riflesso di un modello di crescita fortemente orientato all’offerta, destinato a persistere nel medio termine. Tale scenario impone agli esportatori europei di adottare strategie basate su differenziazione, qualità e servizi, in un contesto internazionale sempre più selettivo.

La capacità della Cina di riallocare rapidamente i flussi commerciali, in risposta alla flessione delle esportazioni verso gli Stati Uniti, conferma la flessibilità del suo apparato produttivo, ma al tempo stesso amplifica squilibri già presenti: eccesso di capacità, compressione dei prezzi e intensificazione della concorrenza sui mercati internazionali.

Un aspetto significativo è che queste dinamiche generano allo stesso tempo tensioni crescenti con i partner commerciali cinesi, esposti a una pressione competitiva particolarmente marcata proprio in comparti chiave della transizione industriale ed energetica. Questo aspetto rappresenta al contempo un elemento di vulnerabilità per la crescita economica a lungo termine cinese, sottolineando i potenziali limiti di un modello fortemente ancorato all’export.

Nei prossimi mesi sarà cruciale monitorare le reazioni degli altri grandi esportatori e dei principali mercati di destinazione. Da un lato, consumatori e imprese importatrici potrebbero beneficiare di un’offerta abbondante e di prezzi più contenuti; dall’altro, i governi potrebbero essere incentivati a ricorrere a strumenti difensivi — dazi, standard tecnici e indagini sugli aiuti di Stato — per proteggere le proprie basi industriali. Le nostre prossime analisi saranno pertanto dedicate a un approfondimento delle dinamiche settoriali, delle strategie di politica commerciale dei partner e delle implicazioni per le imprese europee.