Le Marche e i mercati internazionali: attualità e prospettive

Un’overview delle esportazioni marchigiane in occasione dell’incontro di presentazione del Premio Export Italia ad Ancona

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Con un valore di export che nel 2021 è stato pari a 12.6 miliardi €, la regione Marche detiene circa il 2.5% del totale delle esportazioni del Belpaese.
In un’ottica di lungo periodo, tra il 2010 e il 2021, ultimo anno completo disponibile, le esportazioni dell’area hanno sperimentato una crescita del 41.2%, risultato che appare debolmente inferiore alla media complessiva nazionale, che testimonia un aumento del 53.5% nello stesso periodo.

Fig.1 – Dinamica delle esportazioni territoriali


Risulta evidente per l’export marchigiano la forte crescita sperimentata tra il 2010 e il 2014, a cui tuttavia è seguito un periodo di sostanziale stabilità durato diversi anni. Guardando però ai trimestri più recenti, le esportazioni regionali segnalano un aumento particolarmente celere, superando, in termini di dinamismo, la performance complessiva del Belpaese.

Export Marche: focus settori

L’industria metalmeccanica ha da sempre rappresentato la prima voce dell’export regionale, pesando per più del 40%. Se però nel 2010 a essa seguivano Sistema Moda e Casa, a chiusura 2021 è la filiera Chimica&Pharma a rappresentare la seconda voce di export, grazie all’exploit avvenuto dalla seconda metà dell’anno.

Fig.2 - Marche: composizione delle esportazioni


Le esportazioni farmaceutiche si concentrano nella provincia di Ascoli Piceno, terza provincia esportatrice della regione (dopo Ancona e Pesaro Urbino) e detentrice di oltre il 90% dell’export regionale della filiera Chimica&Pharma. I risultati più recenti sono condizionati in misura rilevante dalla presenza di un'importante localizzazione multinazionale (Pfizer) che ha iniziato la vendita dell’antivirale Covid verso l’Asia (Corea del Sud su tutti) e molti paesi UE.

Fig.3 - Ascoli Piceno: esportazioni di Chimica&Pharma verso UE e Asia


Tornando ai più tradizionali settori del tessuto imprenditoriale marchigiano e dei distretti industriali locali, storicamente importante per rilevanza è il comparto metalmeccanico, che nel periodo 2010-2021 ha fatto segnare un aumento complessivo in termini di export superiore al 70%.
Al suo interno, si registra la crescita più robusta per l’export di Macchine utensili della provincia di Pesaro, che è passata dai 9.1 milioni di € del 2010 ai 63.5 del 2021. Gli Stati Uniti hanno trainato la dinamica positiva degli ultimi anni, diventando primo mercato di destinazione e confermando il trend positivo anche nel periodo post-pandemico.

Fig.4 - Pesaro: esportazioni di Macchine utensili verso Stati Uniti


Un altro caso di successo risiede nel Sistema Casa, in particolare nel comparto di Mobile&Arredo presente nelle provincie di Pesaro e Ancona. Anche per l’export di questo settore è cresciuta la rilevanza del mercato americano: tra il 2010 e il 2021 le vendite verso gli States sono passate dal valere poco più di 12 milioni € a 80.5 (totale 2021). Negli ultimi trimestri gli USA sono infatti diventati il primo mercato di destinazione del segmento, superando la Francia, che deteneva il primato da svariati anni.

Fig.5 - Pesaro e Ancona: esportazioni di Mobile&Arredo verso USA e Francia


Più complesso è invece il quadro delle vendite estere del distretto della calzature di Fermo, il quale ha evidenziato una progressiva flessione nei valori di esportazione (-21% tra il 2010 e il 2021). Dal 2014 è visibile un drastico ridimensionamento del mercato russo, che ha raggiunto il suo picco negativo negli ultimi trimestri, conseguenza diretta della guerra in Ucraina e delle misure restrittive adottate dalla maggioranza dei paesi europei.
Per ovviare a questa mancanza, è in atto una ricomposizione del portafoglio mercati, che dal 2021 ha aumentato l’incidenza degli Stati Uniti e soprattutto della Cina, ora primo partner commerciale di riferimento.

Fig.6 - Fermo: esportazioni di Calzature verso Cina, Russia e USA


Conclusioni

La propensione all’export delle Marche si attesta sul 29%, leggermente al di sopra della media nazionale (27%), a testimonianza di una buona predisposizione all’internazionalizzazione da parte delle PMI locali. Si evidenziano, tuttavia, profonde differenze a livello settoriale: negli ultimi 10 anni, ai forti aumenti del comparto farmaceutico e metalmeccanico, si contrappongono infatti le difficoltà del distretto delle calzature di Fermo.
In un contesto internazionale incerto e caratterizzato dall’aumento dei prezzi della materie prime, è fondamentale per le imprese del territorio riuscire a identificare i mercati esteri in espansione, per potersi avvantaggiare sui diretti competitori.