Emirati Arabi: quadro di luci e alcune ombre

Una storia che parte “da vicino” e si proietta al futuro, ma sussistono alcune criticità

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Mercati esteri MENA Export Italia

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Quella degli Emirati Arabi Uniti è una storia che parte “da vicino” e nel corso degli anni più recenti ha sempre cercato di proiettarsi verso prestigiosi primati internazionali. Dalla loro fondazione, con l’unione di sette emirati tra il 1971 e 1972, gli Emirati Arabi Uniti hanno infatti subito una profonda trasformazione, evolvendosi verso la modernità e trasformandosi in veri e propri “incubatori” di globalizzazione.
L’ultimo ebook realizzato da ExportPlanning delinea il quadro di un paese con molte luci, pur a fronte di alcune ombre e complessità.


Tra le economie del mondo arabo, gli Emirati Arabi Uniti sono indubbiamente tra quelle a maggior interesse internazionale, sia per l’elevato reddito pro-capite, specchio delle importanti risorse del territorio, sia per l’alto grado di apertura del Paese al commercio mondiale.
Non si tratta, come saremmo tentati di pensare, meramente dell’accumulo di record dovuto alle immense ricchezze del petrolio, ma anche a un progressivo ruolo del Paese come hub logistico internazionale.

In primo luogo, nella graduatoria mondiale, gli Emirati Arabi risultano il sesto paese per reddito pro-capite, con un valore di oltre 80.000 dollari nella valutazione a parità di poteri di acquisto al 2022, collocandosi a relativa distanza rispetto al vicino Qatar e su livelli paragonabili a quelli della Svizzera. Ricchezza che però si concentra in mano a pochi: secondo il World Inequality Database, l'1% più ricco degli individui negli Emirati Arabi Uniti detiene oltre il 50% della ricchezza dell'intero Paese.

Tuttavia, pur a fronte di ampi programmi di diversificazione dell'economia, la forte dipendenza dell'economia emiratina dal prezzo del petrolio e del gas naturale la rende tuttora vulnerabile alle fluttuazioni del mercato dell’energia. Negli ultimi anni, il processo di diversificazione economica ha infatti progredito a ritmi veloci soprattutto verso l’immobiliare, ma non altrettanto verso i settori di trasformazione.

Proprio grazie alla crescita del settore immobiliare, in unione al forte impegno riformista e al progressivo efficientamento della qualità delle proprie istituzioni, il Paese risulta un centro attrattivo di investimenti diretti esteri sulla scena mondiale e tra i best performer dell'area MENA di appartenenza. Non è un caso che con Expo 2020 gli Emirati Arabi sono stati il primo paese della regione ad ospitare l’Esposizione Universale, ufficializzandosi come attori proattivi sulla scena economica mediorientale.

La capacità del Paese di attrarre investitori e operatori internazionali si giustifica alla luce di diversi fattori, tra cui, vale la pena sottolineare: la posizione geografica strategica, le politiche di attrazione degli investimenti esteri, il costo contenuto della manodopera e la presenza di numerose zone industriali e Free Trade Zone, che consentono alle imprese straniere di beneficiare di numerosi vantaggi fiscali, doganali e commerciali.
Gli Emirati Arabi Uniti sono diventati un hub commernciale per le aziende che desiderano proiettarsi non solo sui mercati del Medio Oriente, ma anche su quelli dell’Africa orientale e dell’Asia meridionale, godendo di una rete di infrastrutture e trasporti tra le migliori al mondo.

Ombre e complessità

Tuttavia i rischi maggiori con cui si devono confrontare gli esportatori sono soprattutto di natura politico-culturale. Particolarmente significativo è il basso posizionamento del Paese nell’ambito del Democracy Index elaborato dall’Economist, che misura il livello di democrazia per i diversi paesi valutando cinque categorie: processo elettorale e pluralismo, funzionamento del governo, partecipazione politica, cultura politica e libertà civili. Come mostrato dal grafico di seguito, l'indice designa gli Emirati Arabi tra i paesi con un certo grado di “autoritarismo”.


Un ulteriore fattore da tenere in considerazione è il fatto che l’ebook lascia aperta la questione dell’immigrazione all’interno del Paese e delle relative politiche di integrazione di un popolazione fortemente multietnica. La società emiratina è infatti costituita per circa il 90% da stranieri, provenienti in gran parte dal subcontinente indiano, dal Sud-Est asiatico e da altri Paesi arabi. È proprio l'analisi del processo di integrazione e di partecipazione sociale di una parte così significativa della popolazione che si lega a doppio filo con lo sviluppo futuro del Paese.
In conclusione, gli Emirati Arabi, pur nella loro complessità, si caratterizzano per elevate potenzialità per gli esportatori italiani. Tuttavia per poter cogliere le diverse opportunità offerte dal Paese è necessaria un’adeguata preparazione strategica e di risorse.