Domanda mondiale in accelerazione

Riuscirà Trump a interrompere l’attuale fase di crescita della domanda mondiale ?

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E’ terminato da poche ore il 44º vertice del G7. La politica protezionistica avviata dall’amministrazione Trump è sembrata incerta tra l’affondo e il compromesso. In attesa delle decisioni che saranno prese nei prossimi giorni, può essere utile fare il punto sulla situazione del commercio mondiale nella prima parte del 2018.

Se misurato in dollari, il commercio mondiale registra, da oltre un anno, tassi di crescita a due cifre.

Recentemente è stata aggiornata al primo trimestre 2018 la sezione Congiuntura Mondiale del Sistema Informativo Ulisse1. Il grafico che segue riporta le due serie riguardanti gli indici (2015=100) di domanda mondiale, misurata a prezzi correnti in euro e in dollari2.

Indici del livello della domanda mondiale

Dall’analisi del grafico risulta evidente come dalla fine del 2016 è in atto un fase di netta crescita del commercio mondiale in valore, sia misurato in euro che misurato in dollari. Alla fine del 2017 questa fase di crescita si è interrotta per l’indice in euro, a causa dell’apprezzamento della moneta europea.

Il commercio mondiale in euro potrebbe ritrovare nei prossimi mesi il sentiero di crescita.

Dall’analisi del grafico precedente emerge un quadro caratterizzato dai seguenti punti:

  1. dal 2012 al 2016, il commercio mondiale ha registrato dinamiche incerte, a causa dei continui cambiamenti del tasso di cambio euro dollaro, passato da 1.22 dollari per euro del luglio 2012, alla soglia di 1.40 dell’aprile 2014, per poi crollare sotto 1.10 all’inizio del 2016.
  2. la prima parte del 2016 ha visto il commercio mondiale ridursi significativamente sia in euro che in dollari;
  3. con la fine del 2016 si è avviata una fase di significativa crescita del commercio mondiale sia misurato in euro che in dollari;
  4. alla fine del 2017 la fase di espansione del commercio mondiale in euro si è interrotta a causa dell’apprezzamento dell’euro, passato da valori inferiori a 1.1 della primavera del 2017 a valori prossimi a 1.25 registrati in alcuni giorni di febbraio 2018. L’attuale cambio, di poco superiore a 1.15, porta a stimare una ripresa della crescita nella seconda parte del 2018, anche per i valori in euro, ritornando a sostenere la crescita dei fatturati esteri delle imprese UE.
    Naturalmente questo risultato è minacciato dagli attuali venti di guerra commerciale.

Se si depura la dinamica dei valore dagli effetti dei prezzi, emerge un commercio mondiale che a marzo 2018 è ritornato a crescere in quantità a tassi prossimi al 5%.

Negli ultimi 2 anni i prezzi delle materie prime hanno registrato un significativo rialzo, portando ad aumenti dei prezzi di molte merci. In questo contesto, la dinamica del commercio mondiale in dollari prossima al 15% può essere fuorviante, e non misurare correttamente la effettiva consistenza della crescita in atto. Allo stesso tempo, il significativo apprezzamento dell’euro nelle seconda parte del 2017 e i primi mesi del 2018 rende altrettanto fuorvianti le informazioni ricavabili dalla dinamica del commercio estero in euro. In questa situazione è necessario pulire la dinamica in valore dall’effetto dovuto alle variazioni dei prezzi e dei cambi, in modo da poter valutare la dinamica del commercio estero in quantità.
Esistono varie metodologie per effettuare questa pulizia, che possono portare a risultati parzialmente diversi. Al fine di poter avere un punto di riferimento, nel grafico che segue la dinamica del commercio mondiale a prezzi costanti, elaborata da StudiaBo e contenuta nel Sistema Informativo Ulisse, è stata comparata con quella ottenuta dal CPB World trade monitor3.

Tassi di variazione della domanda mondiale in quantità

Dal grafico emergono significative differenze tra i risultati ottenuti tramite le due metodologie. Queste differenze riguardano però solo i livelli dei tassi di crescita. Viceversa le due serie sono perfettamente coincidenti nel segnalare le fasi di rallentamento o di accelerazione.
Dopo aver subito una fase di rallentamento tra la metà del 2015 e la fine del 2017, il commercio mondiale ha registrato una fase di accelerazione che l’ha portato a raggiungere tassi di crescita del 5% all’inizio del 2018. Se si esclude il rimbalzo del 2010, era da prima della grande recessione che il commercio mondiale non sperimentava tassi di sviluppo di questa intensità.
E' evidente che una eventuale guerra commerciale tra Usa e resto del mondo porterebbe ad un brusco rallentamento nella crescita degli scambi commerciali, con conseguente rallentamento della crescita dell'economia mondiale. Non è questo l’unico scenario possibile, perché esistono spazi per una negoziazione. Questa però deve iniziare dall’accettazione americana di un orizzonte temporale lungo per raggiungere un nuovo equilibrio, e dalla consapevolezza da parte dei paesi con elevato surplus che, in un mondo affamato di lavoro, surplus commerciali duraturi ed elevati sono fonte di tensione internazionale.


(1) I dati a livello di totale merci del commercio mondiale sono liberamente accessibili e scaricabili tramite file csv.
(2) Gli indici riportati nel grafico sono calcolati prendendo in esame la cumulata dei flussi realizzati nei 12 mesi che terminano con il mese considerato, dichiarati in importazione dal campione di 70 paesi analizzati.
(3) La metodologia utilizzata da StudiaBo è basata sulla scomposizione tra prezzi e quantità a livello degli oltre 5000 codici doganali Harmonized System a 6 digit, utilizzando le informazioni sui prezzi contenute nelle dichiarazioni doganali stesse, e sulla successiva loro aggregazione nel totale merci. La metodologia utilizzata da CPB è basata sulla deflazione dei valori a livello di totale merci tramite opportuni indici di prezzo.