Il rallentamento delle economie in via di sviluppo frena la crescita globale

Nel 2019 il tasso di crescita minore dalla crisi del 2008, rallentamento anche nel 2020

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Rallentamento Analisi Macro FMI Congiuntura Internazionale

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Secondo le stime pubblicate dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) nell’edizione di ottobre del World Economic Outlook (WEO), la crescita del PIL mondiale (calcolata a parità di potere d'acquisto) nel 2019 sarà minore rispetto a quanto prospettato ad aprile. È infatti stimata una crescita dell’economia mondiale solamente del 3%, 0.3 punti percentuali in meno rispetto al 3.3% prospettato sei mesi fa. Questo dato è particolarmente preoccupante in quanto è la stima di crescita più bassa dalla crisi finanziaria del 2008 ad oggi. I fattori che hanno determinato il rallentamento nel 2019 non si esauriranno nei prossimi mesi, pesando anche sulle previsioni del 2020. La crescita del PIL del prossimo anno è stimata al 3.4%, in accelerazione rispetto al 2019, ma in riduzione di 0.2 punti percentuali rispetto alla precedente stima. La figura che segue riporta per ogni Stato il tasso di crescita del PIL a prezzi costanti previsto nel 2020.

Fonte: ExportPlanning

Le difficoltà delle economie in via di sviluppo

Rispetto alle proiezione di aprile, le previsioni di crescita nel 2019 delle economie in via di sviluppo hanno subito un taglio pari a 0.5 punti percentuali, che porta le stime di crescita al 3.9%. Il rallentamento si protrarrà anche nel 2020, tanto da portare la crescita dei paesi in via di sviluppo dal 4.8% stimato in precedenza al 4.6% attuale.
Un’analisi di alcune macro-aree può evidenziare le zone in cui è rallentata maggiormente la crescita e far emergere la natura dei fattori che hanno determinato una previsione di crescita minore non solo per l’anno in corso, ma anche per il 2020.

Asia
A soffrire principalmente in quest’area è l’India, la cui stima di crescita è stata ridotta di 1.2 punti percentuali, presentando un tasso di crescita previsto nel 2019 del 6.1%. Tale ridimensionamento è dovuto principalmente alla riduzione della domanda interna, conseguenza di un clima di incertezza normativa in ambito sia aziendale che ambientale, oltre alla precaria salute del sistema finanziario (ad eccezione del bancario). Nel 2020 è attesa una ripresa grazie alla quale il paese tornerà ad avere un tasso di crescita del 7%, in linea con la media degli ultimi 10 anni.
Anche la crescita cinese ha subito una riduzione rispetto alle previsioni pubblicate ad aprile (-0.2 punti percentuali), raggiungendo il tasso di crescita minimo degli ultimi ventotto anni, pari al 6.1%. Questo rallentamento è conseguenza della guerra commerciale tuttora in corso con gli Stati Uniti, che ha ridotto la domanda di beni proveniente dal principale partner cinese. Poiché non sembrano ancora esserci avvicinamenti tra le parti, anche la stima di crescita del 2020 è stata rivista al ribasso ed è ora pari al 5.8%, ben 0.3 punti percentuali in meno di quanto precedentemente stimato.
Il deterioramento dei rapporti con gli USA ha inoltre avuto un effetto negativo sulle economie vicine al Dragone Asiatico, quali l’area ASEAN-51 (Vietnam a parte, la cui stima del tasso di crescita è rimasta stabile), che ha visto una riduzione della domanda cinese di merci e servizi. Analogamente a quanto detto sopra, anche la crescita nel 2020 di quest’area è minore di 0.3 punti percentuali rispetto a quanto previsto ad aprile, a causa della guerra commerciale.

America Latina
La revisione al ribasso di 1.2 punti percentuali della crescita dell’America latina, che è ora prevista crescere dello 0.2%, è dovuta a molteplici fattori. Tra i primi, la crescita al di sotto dell’1% di Brasile e Messico. Per il primo paese, la riduzione del tasso di crescita è dovuta ad un incidente in una delle principali miniere del minerale di ferro nel sud-est del Brasile, la cui chiusura ha fatto crollare l’export di materie prime. In Messico, invece, hanno contribuito i bassi investimenti e un minore consumo interno, dovuto all’incertezza politica. Inoltre, la crisi del Venezuela e la difficile situazione Argentina hanno ulteriormente indebolito le stime di crescita dell’intera area.
Le previsioni di crescita del 2020 danno un’America Latina in crescita del 1.8%, in accelerazione rispetto al 2019, ma in riduzione di 0.6 punti percentuali rispetto alle previsioni di aprile, segnalando che le attuali tensioni continueranno nel corso del 2020.

Le economie sviluppate

Per le economie sviluppate la crescita è prevista al 1.7%, 0.1 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni di aprile. Tale rallentamento è anche dovuto alle difficoltà che l’area Euro2 sta affrontando, principalmente a causa della flessione del settore tedesco dell’Automotive. La crescita della Germania nel 2019, infatti, è 0.3 punti percentuali minore della stima precedente ed è ora prevista pari al 0.5%.
La crisi tedesca ha colpito non solo la crescita della Germania, ma dell’intera area Euro e in particolare dell’Italia, che con la previsione di “crescita zero” rappresenta nel 2019 il fanalino di coda tra paesi comunitari.
Le prospettive per il 2020 vedono un’Europa a due velocità, in cui i paesi occidentali (Lussemburgo e Irlanda a parte) sono impegnati in una timida ripresa, con crescita inferiore al 2%, e i paesi orientali cresceranno a tassi superiori al 3%.

Conclusioni

Le tendenze protezionistiche e il generale clima di incertezza che è venuto a crearsi negli ultimi mesi hanno danneggiato non solo le principali economie mondiali, ma soprattutto i paesi la cui domanda esterna proviene da tali economie. L’imposizione dei dazi americani sulle merci cinesi, infatti, non ha solamente colpito l’economia cinese, ma soprattutto il territorio del Sud-est asiatico. Gli effetti registrati nell’immediato sono inoltre destinati a continuare anche nel 2020, anno la cui crescita è in accelerazione rispetto al 2019, ma che vede le economie in via di sviluppo quali principali paesi colpiti dal rallentamento globale.


1Indonesia, Malesia, Filippine, Thailandia e Vietnam

2Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Olanda, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna.