Lo stato di salute dell'export dei territori italiani al primo semestre 2025
Sostanzialmente stabile da 10 trimestri consecutivi, crescite solo per Agroalimentare e Chimica/Farmaceutica
Pubblicato da Marcello Antonioni. .
Settori Made in Italy Internazionalizzazione Incertezza Export territoriale Controllo risultati Congiuntura Export ItaliaL'evoluzione dell'export italiano appare ancora debole...
I dati di consuntivo del primo semestre 2025, elaborati da ExportPlanning nel Dataviz tool Exportpedia, hanno evidenziato una debole crescita tendenziale dell'export italiano di merci, sia nella denominazione in euro (+2.1%), sia anche nella misurazione a prezzi costanti1 (+1.7%).
Su base media annua (ultimi 4 trimestri) il livello delle esportazioni italiane si mantiene su livelli di massimo assoluto (630 miliardi di euro), ma sostanzialmente stabile da almeno 10 trimestri consecutivi.

.. su livelli tuttora inferiori a quelli del 2022,
nella misurazione a prezzi costanti...
In particolare, al netto di fenomeni inflattivi e valutari (ossia a prezzi costanti), i livelli degli ultimi 4 trimestri dell'export italiano di merci risultano tuttora inferiori (di 3.5 punti percentuali) a quelli del consuntivo 2022, confermando, così, la presenza di un contesto congiunturale decisamente perturbato.
Nella seguente tabella vengono riportati, per comparti e aree geografiche, gli scostamenti percentuali dell'export italiano tra i livelli degli ultimi 4 trimestri e i livelli 2022, nella misurazione a prezzi costanti.
A livello territoriale, si evidenziano:
- le difficoltà soprattutto dell'export manifatturiero dei territori del Nord Italia, che negli ultimi 4 trimestri registrano uno scostamento negativo di quasi 5 punti percentuali rispetto ai livelli 2022 (prezzi costanti);
- lo scostamento anch'esso negativo, benché più contenuto, dell'export manifatturiero dei territori del Mezzogiorno (-2.5% rispetto ai livelli 2022; prezzi costanti);
- la maggiore tenuta dell'export manifatturiero dei territori del Centro Italia, che negli ultimi 4 trimestri registrano uno scostamento leggermente positivo (+0.7%) rispetto ai livelli 2022 (prezzi costanti).
Livelli Export Italia ultimi 4 trimestri vs 2022:
variazioni % a prezzi costanti
Nord | Centro | Sud | Totale ITALIA | |
Agroalimentare | + 3.2% | + 6.1% | + 1.8% | + 3.4% |
---|---|---|---|---|
Sistema Moda | - 6.8% | - 8.2% | - 6.4% | - 7.2% |
Sistema Casa | -14.0% | -13.8% | -10.4% | -13.8% |
Chimica-Farmaceutica | + 4.5% | +10.9% | + 7.7% | + 7.4% |
Metalmeccanica | - 6.2% | - 2.7% | -12.8% | - 6.3% |
TOTALE manifattura | - 4.7% | + 0.7% | - 2.5% | - 3.5% |
Fonte: Elaborazioni ExportPlanning-Exportpedia
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.. ma con differenze anche significative a livello settoriale.
A livello settoriale, si rilevano:
- le maggiori difficoltà delle esportazioni italiane di Sistema Casa, con uno scostamento nel computo degli ultimi 4 trimestri di quasi 14 punti percentuali rispetto ai livelli 2022 (prezzi costanti);
- scostamenti negativi anche per l'export italiano di Sistema Moda e Metalmeccanica, rispettivamente pari a 7.2 e 6.3 punti percentuali rispetto ai livelli 2022 (prezzi costanti);
- le maggiori capacità di crescita dell'export italiano di Agroalimentare e, soprattutto, di Chimica/Farmaceutica, con aumenti rispettivamente di 3.4 e 7.4 punti percentuali rispetto ai livelli 2022 (prezzi costanti).
Agroalimentare
Nella misurazione a prezzi costanti, negli ultimi trimestri l'export Italia di agroalimentare ha mostrato una debole crescita (+2.4% tendenziale a consuntivo del primo semestre 2025), a fronte di un aumento nei valori nominali in euro più sostenuto (+3.9% tendenziale).

Rispetto ai livelli 2022, il computo degli ultimi 4 trimestri evidenzia, peraltro, una crescita diffusa dell'export agroalimentare a livello geografico: Nord Italia +3.2%, Centro Italia +6.1%, Mezzogiorno +1.8%.
Nel Nord Italia hanno mostrato i maggiori incrementi nella misurazione a prezzi costanti le esportazioni agroalimentari delle province di Milano (+17% lo scostamento degli ultimi 4 trimestri rispetto al 2022), Verona (+6.7%), Parma (+9.7%), Bergamo (+16.1%), Modena (+10.7%) e Varese (+17.5%).
Di contro, le province di Bologna2 (-37.2% lo scostamento degli ultimi 4 trimestri rispetto al 2022) e Cuneo (-6.4%) hanno evidenziato i maggiori ridimensionamenti negli ultimi 10 trimestri nelle esportazioni agroalimentari a prezzi costanti.
Nel Centro Italia le province di Roma (+13.8%), Perugia (+16.7%), Siena (+18.7%) e Grosseto (+61.9%) hanno evidenziato nel computo degli ultimi 4 trimestri i maggiori incrementi del proprio export agroalimentare (nella misurazione a prezzi costanti) rispetto al 2022. Di contro, le province di Lucca (-8.8%) e Frosinone (-26.9%) hanno registrato i maggiori ridimensionamenti negli ultimi 10 trimestri nelle esportazioni agroalimentari a prezzi costanti.
Nel Mezzogiorno Bari (+10.2%), Reggio Calabria (+94.8%), Chieti (+15.9%) e Barletta-Andria-Trani (+44.3%) risultano le province con i maggiori miglioramenti in termini di esportazioni di agroalimentare rispetto al 2022 nella misurazione a prezzi costanti, a fronte - invece - delle maggiori penalizzazioni per le province di Napoli (-14%), Cagliari (-53.3%), Salerno (-6.1%) e Ragusa (-29.4%).
Sistema Moda
Nella misurazione a prezzi costanti, nel corso degli ultimi 10 trimestri l'export Italia di sistema moda ha mostrato complessivamente un calo superiore ai 7 punti percentuali. In particolare, nel computo del primo semestre 2025 l'export italiano del comparto ha ceduto circa 5 punti percentuali rispetto al corrispondente periodo 2024, nella misurazione a prezzi costanti.

Nel Nord Italia, dove lo scostamento dell'export settoriale rispetto ai livelli 2022 (misurati a prezzi costanti) è stato del -6.8 per cento, si evidenziano i casi in significativa controtendenza di Vercelli (+47.7% rispetto al 2022), Mantova (+38.9%), Novara (+40.1%) e Piacenza (+9.1%), a fronte - invece - dei maggiori cali per Vicenza (-12.6%), Milano (-6.2%), Treviso (-20%), Verona (-17.2%), Torino (-27%), Bologna (-16.5%), Modena (-24.1%), Varese (-19.2%), Biella (-18.2%) e Como (-13.7%).
Nel complesso degli ultimi 10 trimestri la performance esportativa di sistema moda delle province del Centro Italia risulta negativa di oltre 8 punti percentuali rispetto ai livelli 2022 (nella misurazione a prezzi costanti). In particolare, a fronte dell'ottima performance delle province di Arezzo (+71.5% rispetto al 2022) e, in misura minore Perugia (+27.5%), si rileva il forte calo della provincia di Firenze (-35 per cento rispetto ai livelli 2022), seguito da quelli di Prato (-13.1%), Pisa (-22.3%), Frosinone (-52.2%) e Fermo (-15.1%).
Nel Mezzogiorno, infine, dove lo scostamento dell'export settoriale è risultato superiore ai 6 punti percentuali rispetto ai livelli 2022 (misurati a prezzi costanti), si segnalano le peggiori performance per l'export di sistema moda delle province Barletta-Andria-Trani (-22.5%), Caserta (-27.2%) e Lecce (-26.5%), a fronte delle migliori performance settoriali per Teramo (+9.1%) e Pescara (+37.1%).
Sistema Casa
L'export Italia di sistema casa ha mostrato negli ultimi 10 trimestri la performance più penalizzante, con una caduta complessiva di quasi 14 punti percentuali. La dinamica cedente delle esportazioni settoriali è peraltro proseguita anche nel primo semestre dell'anno, che ha registrato un calo tendenziale di 1.6 punti percentuali nella misurazione a prezzi costanti.

Nel Nord Italia, dove lo scostamento negativo dei livelli di export rispetto al 2022 (misurati a prezzi costanti) ha raggiunto i 14 punti percentuali, si evidenziano numerosi cali provinciali, con in testa le province di Varese (-39.7% rispetto al 2022), Treviso (-12.9%), Modena (-17.5%), Reggio Emilia (-20%), Pordenone (-16%), Monza-Brianza (-14.6%), Verona (-24.1%) e Vicenza (-12.3%).
La performance esportativa di sistema casa delle province del Centro Italia, anch'essa cedente di quasi 14 punti percentuali nella misurazione a prezzi costanti, evidenzia i maggiori cali delle province di Firenze (-16.3% rispetto ai livelli 2022) e Ancona (-15.6%).
L'export di sistema casa nel Mezzogiorno, in un contesto di scostamenti relativamente più contenuti (-10.4% rispetto ai livelli 2022, misurati a prezzi costanti), mostra la positiva controtendenza della provincia di Chieti (+23.7% rispetto ai livelli 2022), a fronte dei maggiori cali di Bari (-20.9%) e Teramo (-25.4%).
Chimica-Farmaceutica
Negli ultimi 10 trimestri l'export Italia di chimica/farmaceutica ha mostrato complessivamente una crescita di oltre 7 punti percentuali nella misurazione a prezzi costanti. In particolare, nel computo del primo semestre dell'anno l'export settoriale ha saputo evidenziare un incremento tendenziale di oltre 14 punti percentuali nella misurazione a prezzi costanti.

Nel Nord Italia (dove lo scostamento rispetto ai livelli 2022 risulta positivo di 4.5 punti percentuali nella misurazione a prezzi costanti) le province con i maggiori incrementi delle esportazioni settoriali sono quelle di Milano (+12.4% rispetto ai livelli 2022, nella misurazione a prezzi costanti), Monza-Brianza (+38.5%), Bergamo (+15.2%), Bologna (+29.4%), Torino (+21.6%), Varese (+10.7%) e Como (+15.9%).
Di contro, si segnalano i casi in maggiore calo rispetto al 2022 delle esportazioni settoriali nella misurazione a prezzi costanti delle province di Parma (-32.3%), Genova (-41.6%), Venezia (-32.9%, Mantova (-17.5%) e Udine (-25.9%).
Nel Centro Italia, dove lo scostamento rispetto ai livelli 2022 risulta particolarmente positivo [+10.9%], Firenze3 (+255.1% rispetto al 2022, nella misurazione a prezzi costanti) e Latina (+14.8%) si confermano come le province di gran lunga con i maggiori incrementi del proprio export di chimica-farmaceutica, insieme a Frosinone (+18.2%) e Roma (+21.6%).
Di contro, Ascoli Piceno (-83.6%), su tutti, e - a seguire - Siena (-19.4%) e Arezzo (-24.8%) hanno registrato le maggiori riduzioni delle esportazioni di chimica-farmaceutica rispetto ai livelli 2022.
Nel Mezzogiorno, dove lo scostamento rispetto ai livelli 2022 risulta prossimo agli 8 punti percentuali, Napoli (+81.5% a prezzi costanti) e L'Aquila (+150.1%) risultano le province che mostrano di gran lunga i maggiori miglioramenti in termini di esportazioni di chimica-farmaceutica, a fronte - invece - dei maggiori ridimensionamenti per Siracusa (-28%) e Cagliari (-18.9%).
Metalmeccanica
Nella misurazione a prezzi costanti, l'export Italia di metalmeccanica ha mostrato negli ultimi dieci trimestri complessivamente un calo superiore ai 6 punti percentuali. Peraltro, nel computo del primo semestre 2025, l'export settoriale ha mostrato una sostanziale tenuta tendenziale (-0.5%, a prezzi costanti).

Nel Nord Italia, dove - negli ultimi 10 trimestri - le esportazioni metalmeccaniche (misurate a prezzi costanti) hanno ceduto complessivamente oltre 6 punti percentuali, le province più penalizzate sono risultate - nell'ordine - quelle di Torino (-12.9% rispetto al 2022), Brescia (-13%), Gorizia (-80.7%), Genova (-49.9%) e Reggio Emilia (-16.7%).
Di contro, Lodi (+25.1% rispetto al 2022), Monza-Brianza (+9.1%), Modena (+3.1%) e Bolzano (+8.8%) hanno evidenziato le migliori performance dell'export settoriale.
Nel Centro Italia, dove l'export settoriale ha saputo mostrare performance complessivamente meno penalizzanti (-2.7% rispetto ai livelli 2022), Firenze (+56.1) e Arezzo (+17.6%) si segnalano come le province con i i maggiori incrementi del proprio export metalmeccanico (nella misurazione a prezzi costanti) rispetto al 2022, a fronte - invece - delle pesanti riduzioni per le esportazioni settoriali delle province di Ancona (-32.8%) e Roma (-14%), oltre che di Frosinone (-27.9%) e Pisa (-24.1%).
Nel Mezzogiorno, dove - negli ultimi 10 trimestri - le esportazioni metalmeccaniche (misurate a prezzi costanti) hanno ceduto complessivamente quasi 13 punti percentuali, si segnalano i casi fortemente negativi nel confronto tra i livelli attuali e quelli 2022 delle province di Potenza (-57.3%) e, in misura minore, di Bari (-23.9%), Chieti (-9%) e Napoli (-11.9%).
Di contro, Palermo (+489%) risulta la provincia con di gran lunga i maggiori miglioramenti in termini di esportazioni di metalmeccanica rispetto al 2022 nella misurazione a prezzi costanti.
Conclusioni
I dati del primo semestre 2025 confermano la fase di debolezza dell'export dei territori italiani, coerentemente con l'esperienza dei precedenti due anni.
In questo articolo, tramite l'utilizzo della misura "Valori a prezzi costanti", disponibile nel Datamart Commercio Estero Territoriale, è stato possibile documentare gli scostamenti tra i livelli annuali attuali (ultimi 4 trimestri) ed i livelli di massimo 2022 delle esportazioni dei territori italiani, misurate al netto di fenomeni inflattivi e valutari, a livello di comparti e aree geografiche.
Ne emerge un quadro con più ombre che luci e, soprattutto, differenziato a livello settoriale: maggiori difficoltà negli ultimi dieci mesi per l'export dei territori italiani di Sistema Casa e, in misura minore, Sistema Moda e Metalmeccanica; condizioni complessivamente più favorevoli, invece, per l'export dei territori italiani di Agroalimentare e, soprattutto, Chimica/Farmaceutica.

1) Nella banca dati Commercio estero trimestrale delle province italiane del Sistema Informativo ExportPlanning è disponibile la misura Valori a prezzi costanti (Q). Tale misura racchiude un'operazione di deflazionamento, in cui la serie storica dei valori monetari (V) è stata trasformata in un'analoga serie di valori espressi a prezzi costanti, con un riferimento a un anno determinato, detto anno base.
2) Come evidenziato nel recente articolo "Performance esportative dei territori italiani nel 2° trimestre 2025", il forte calo delle esportazioni bolognesi del comparto agroalimentare è riconducibile al settore tabacco: -60% rispetto ai livelli 2022, nel computo degli ultimi 4 trimestri a prezzi costanti.
3) Si veda il recente forte incremento delle esportazioni fiorentine del settore farmaceutico nell'articolo "Performance esportative dei territori italiani nel 2° trimestre 2025".