Il rafforzamento dell'euro e l'inversione di rotta del Dollaro neozelandese

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Continua la fase di rafforzamento dell'euro rispetto al dollaro che da inizio anno ha riacquistato il 13% del suo valore. Le ragioni che giustificano la dinamica di tale tasso di cambio bilaterale sono almeno due e riguardano principalmente la situazione politica-economica dell'Europa e dell'America.
Le buone prospettive economiche del vecchio continente, confermate anche dal presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, qualche settimana fa (leggi articolo "La forza di Draghi e l'influenza delle banche centrali") e i buoni dati di bilancio pubblicati negli ultimi giorni dalle società quotate, rafforzano la fiducia degli agenti economici nei confronti dell'Europa e nei confronti dell'euro. Tale situazione, infatti, sta attirando in Europa importanti somme di capitali che di fatto si traducono in un rafforzamento della moneta unica.
Il secondo motivo che giustifica l'apprezzamento dell'euro riguarda il dollaro. La valuta statunitense sta vivendo un momento difficile non solo nei confronti della moneta unica, ma anche nei confronti di molte altre valute mondiali.
Il tasso di cambio effettivo del dollaro, infatti, da inizio anno si è deprezzato del 5.2%, raggiungendo valori che non si registravano da maggio 2016. Tale dinamica è giustificata dalle vicende politiche che stanno interessando l'America e il suo presidente D. Trump. Attualmente il numero uno della Casa Bianca, oltre ad essere coinvolto nella vicenda Russiagate che negli ultimi giorni ha avuto ulteriori sviluppi, non ha attuato nessuna delle riforme da lui proposte durante la campagna elettorale (riforma fiscale, riforma sanitaria, aumento della spesa pubblica e misure protezionistiche).
Inoltre, anche l'economia americana sta vivendo una fase d'incertezza, tale da obbligare la Federal Reserve a rivedere a ribasso la politica monetaria di normalizzazione dei tassi (vedi articolo "Dollaro e Real agli estremi").
In sostanza, questo scenario contribuisce ad indebolire il dollaro nei confronti di molte valute mondiali e nei confronti dell'euro che, come si può osservare dal grafico sottostante, in pochi giorni ha riacquistato l'1.2% del suo valore nei confronti del dollaro, chiudendo la settimana con un valore pari a 0.843 euro per dollaro (1.186 dollaro per euro).

Tasso di cambio euro per dollaro

Alcune azioni del presidente Donald Trump, non hanno solo effetti sull'economia americana ma, in alcuni casi, coinvolgono anche altre economie. E' il caso della Corea del Sud che nelle prossime settimane dovrà ospitare più di 12 caccia F-16 americani, azione volta a rafforzare la sicurezza nel Pacifico occidentale contro i continuativi test missilistici di Pyongyang.
Tale situazione si riflette anche sul mercato dei cambi ed in particolare sul Won sudcoreano che in pochi giorni ha perso lo 0.86% del suo valore nei confronti del dollaro (2.32% nei confronti dell'euro), chiudendo la settimana con un valore pari a 1124.132 Won per dollaro (1334.12 Won per euro).

Tasso di cambio won-dollaro

Inversione di rotta per il Dollaro neozelandese che dallo scorso maggio aveva intrapreso un percorso di rafforzamento nei confronti del dollaro. Questo trend sembra essersi interrotto la scorsa settimana a seguito della pubblicazione dei dati deludenti sull'occupazione neozelandese: numero di occupati trimestrali rispetto al trimestre precedente -0.12%, tasso di partecipazione trimestrale sotto le attese 70.0% (previsione 70.7%). Inoltre, i dati macroeconomici del paese non sono incoraggianti: tasso d'inflazione trimestrale 1.7% (previsione 2%), tasso di crescita del PIL trimestrale 0.5% (previsione 0.7%).
Come si può osservare dal grafico sottostante, il Dollaro neozelandese in poco più di una settimana ha perso lo 0.9% del suo valore nei confronti del dollaro americano (2.4% nei confronti dell'euro), chiudendo la settimana con un valore pari a 1.342 Dollari neozelandesi per dollaro USA (1.593 Dollari neozelandesi per euro).

Tasso di cambio Dollaroneozelandese-dollaro