La forza del dollaro

In un contesto di incertezza e debolezza ormai diffuse e protratte, il dollaro conferma il suo ruolo di valuta rifugio.

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La settimana appena trascorsa è stata caratterizzata da una relativa calma sui mercati forex, in assenza di significative novità; si confermano le tendenze osservate negli ultimi mesi, prima fra tutte la forza del dollaro.
La mappa di seguito riportata mostra il tasso di cambio delle valute mondiali verso il dollaro al 27 settembre 2019; le tonalità di rosso indicano la presenza di un deprezzamento della valuta in questione rispetto al biglietto verde, quelle di verde di un apprezzamento. Come risulta evidente, soltanto pochi paesi si salvano dall’indebolimento nei confronti del king dollar.

Mappa del mondo: tasso di cambio verso il dollaro

27 settembre 2019
mappa tasso di cambio verso il dollaro

Oltre alla forza del dollaro, si confermano questa settimana ulteriori trend commentati negli ultimi mesi:

  • Persistente debolezza dello yuan cinese, osservato speciale nella guerra commerciale con gli USA: dopo aver rotto la soglia dei 7 yuan per dollaro a inizio agosto, la valuta è comunque rimasta, con alcune oscillazioni, al di sopra del livello critico.
  • Debolezza della moneta unica, che rispecchia la debolezza economica dell’Eurozona.
    La crescita dell’area è infatti da più mesi abulica; in particolare la Germania, locomotiva d’Europa, è nell’occhio del ciclone. Sono stati recentemente rilasciati gli ultimi dati relativi all’ifo Index, tra i più seguiti indicatori dello stato di salute dell’economia tedesca: questo suggerisce come, nel mese di settembre, si sia verificato un lieve miglioramento rispetto al mese precedente per la componente business situation, ma un peggioramento in termini di business expectations.
    Nel complesso si nota un deterioramento della situazione dall’inizio del 2019.

Germany: ifo Index (2018-2019)

Fonte: Elaborazioni StudiaBo su dati ifo Institute.
ifo index germania

Dollaro, principale valuta rifugio

In un contesto di debolezza ed incertezza diffuse, risulta quindi chiaro come la valuta rifugio per eccellenza risulti sempre un porto sicuro per gli investitori internazionali; a ciò si aggiungono i buoni rendimenti offerti dai titoli USA, e il basso rischio rispetto a quelli dei paesi emergenti.

Nell’ultimo anno il dollaro ha confermato la sua supremazia, guadagnando quasi 7 punti percentuali rispetto all’euro. Guardando invece ai più recenti movimenti del biglietto verde, negli ultimi giorni due notizie hanno spinto la valuta in direzioni tra loro opposte, pur senza intaccare la resilienza del suo cambio.
Il dollaro è stato spinto al rafforzamento da una recente dichiarazione del presidente Trump che, nel corso di un’intervista, ha affermato che l’accordo con la Cina che potrebbe avvenire “sooner than you think”. Spinte al ribasso provengono invece dalle minacce di impeachment che sono state mosse al presidente USA nel corso di questa settimana dai democratici, dopo che le dichiarazioni di un membro dei servizi segreti americani hanno portato alla luce come il presidente possa aver sfruttato il potere del suo ufficio per cercare la collaborazione di un paese straniero (l’Ucraina) per ottenere vantaggi personali, in vista delle elezioni del 2020.
Entrambe le situazioni sono in divenire, quindi gli investitori risultano in modalità wait and see. Ciononostante, il dollaro nel complesso sembra tenere bene: il suo tasso di cambio effettivo riportato nel tool tassi di cambio, che misura la forza della valuta USA rispetto al paniere delle valute dei suoi partner commerciali, è ai massimi storici.

tasso di cambio effettivo dollaro