Ottobre 2020: il punto sui cambi

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Quali temi stanno dominando la discussione sul mercato dei cambi in questi giorni? Tra le maggiori valute, gli occhi rimangono puntati su dollaro e sterlina, le cui dinamiche segnalano, da un lato, i timori dei mercati in relazione al rischio sanitario, e dall’altro gli sviluppi sul fronte della Brexit.

I rapporti euro-dollaro

Nei rapporti di forza tra euro e dollaro, la moneta unica conferma, all’inizio di ottobre, i suoi livelli di relativa forza rispetto al biglietto verde: nella giornata di oggi l’euro-dollaro ha chiuso a 1.17, benché la scorsa settimana si sia osservato un momento di recupero del dollaro, che è arrivato a toccare quota 1.16. Le oscillazioni in rafforzamento del dollaro sono principalmente legate al suo status di valuta rifugio, e quindi ai crescenti timori dei mercati sullo stato di salute dell’economia mondiale e sul rischio di nuovi lockdown, in seguito all’aumento dei casi di contagio da Covid-19 in Europa e negli Stati Uniti. Gli investitori rimangono quindi cauti in termini di propensione al rischio, anche in relazione alle trattative, ancora in fase di stallo, per un nuovo fiscal stimulus plan negli Stati Uniti.
Come è possibile notare dai dati di Covid19Lab, indicativamente dalle ultime due settimane negli Stati Uniti si è interrotto il trend decrescente dei nuovi casi confermati; allo stesso modo, si notano trend ascendenti in tutti i maggiori paesi europei.

Casi giornalieri confermati Covid-19: USA

casi covid usa


Fattore chiave che influenzerà il dollaro nelle prossime settimane, e che contribuisce a generare incertezza sui mercati valutari, sono anche le imminenti presidenziali americane di novembre, a causa delle quali gli analisti si attendono volatilità da parte del biglietto verde. Il trend di fondo del dollaro sembra comunque rimanere quello di una relativa debolezza, data la presenza di fattori strutturali come:

  • una politica monetaria che si propone di rimanere molto accomodante almeno fino al 2023, secondo le indicazioni rilasciate nel Federal Open Market Committee Meeting di settembre;
  • rendimenti dei titoli di stato più bassi rispetto al periodo pre-Covid, come si può notare dal grafico di seguito che mette a confronto i rendimenti nominali dei bond a 10 anni per Stati Uniti e la Cina. Se la divaricazione tra le due serie era già presente prima della crisi Covid, quest’ultima ha contribuito ad esasperarla, generando quindi una riduzione dell’attrattività dei titoli di stato americani rispetto al recente passato, fattore che potrebbe indebolire i flussi di capitale in entrata. Si è quindi ridotto il peso di un importante fattore di sostegno per la valuta USA.

Rendimenti nominali bond 10 anni USA e Cina

Rendimenti nominali bond 10 anni USA e Cina


Sterlina: navigando a vista

Un’altra valuta che continua ad essere osservata speciale in questi giorni è la sterlina che, come ormai consolidato, prende il polso alle tensioni sulla Brexit, all’approssimarsi della scadenza per il raggiungimento di un accordo. Dopo essersi indebolita nella prima parte di settembre, in seguito alla presentazione dell’Internal Market Bill (IMB), la valuta britannica ha parzialmente recuperato terreno nella seconda metà del mese.
Si conclude oggi il nono round di negoziazioni sull’accordo UE-UK e, da quanto si apprende, pare sia riemerso un cauto ottimismo rispetto a qualche settimana fa. Tale ottimismo sembra abbia resistito all’annuncio di ieri della Commissione Europea dell’avvio di una procedura di infrazione contro il Regno Unito legata all’Internal Market Bill, che non è stato ritirato entro fine settembre come richiesto dall’UE. La reazione dell’UE era infatti già stata annunciata, e pare non abbia esercitato un impatto rilevante sul cambio del pound verso l’euro.

tasso di cambio sterlina vs euro

Il cauto ottimismo dei mercati deriverebbe dal fatto che, secondo quanto riportato dai media, in questo round di negoziazioni il Regno Unito avrebbe optato per un approccio più conciliante e propositivo; inoltre, nonostante l’Internal Market Bill sia stato approvato dalla Camera dei Comuni, pare si attenderà la fine dell’anno per il passaggio alla Camera dei Lord, dando così tempo ai negoziatori per il raggiungimento di un eventuale accordo.
Rimangono però nodi non ancora sciolti su temi chiave come gli aiuti di stato e i diritti di pesca, e pesa lo scontro sul tema IMB. Nonostante alcuni limitati progressi, i giochi sulla Brexit rimangono quindi ancora aperti.