L’aumento del prezzo del petrolio e le insidie sulle economie emergenti
In una congiuntura mondiale poco favorevole, l’aumento del prezzo del petrolio potrebbe ripercuotersi negativamente sulle economie emergenti
Published by Marzia Moccia. .
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L’ascesa del prezzo del petrolio degli ultimi anni genera preoccupazioni per le possibili ripercussioni sulle economie emergenti.
Il prezzo del petrolio è infatti raddoppiato rispetto all’estate del 2017 e triplicato rispetto al 2016, a causa di un mix di fattori diversi.
Da un lato la ripresa dei consumi post-crisi ha aumentato la domanda mondiale, dall’altro si fanno sempre più stringenti le limitazioni sull’offerta:
la crisi economica e politica del Venezuela ha compresso la sua capacità produttiva e l’OPEC non ha aumentato l’offerta di greggio. Inoltre, i mercati scontano le future tariffe americane sull’Iran e le scorte accumulate per attutire gli incrementi
significativi di prezzo sono terminate.
L’aumento del prezzo del petrolio si traduce però in un serio pericolo per le economie emergenti data l’attuale congiuntura mondiale.
Le economie emergenti importatrici di petrolio, infatti, cercano di contrastare l’aumento del prezzo relativo dell’import attraverso pratiche di
svalutazione competitiva, per sostenere il saldo della bilancia commerciale. Tuttavia, la previsione di rallentamento della crescita mondiale e
del commercio internazionale entro il 2019 rischiano di inficiare l’efficacia di tali manovre, non colmando il deficit commerciale attraverso un
aumento dell’export. Questo richiederebbe un aumento degli investimenti esteri verso i paesi emergenti, reso difficile dalle politiche monetarie
restrittive intraprese dalle banche centrali dei paesi sviluppati. L’aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti, ad esempio, rischia di catalizzare
risorse verso gli USA.
Inoltre, la svalutazione della moneta locale equivale a una morsa finanziaria per le imprese indebitate in dollari, rischiando di ridurre gli investimenti e l’occupazione nel paese.