Mercati esteri sempre più difficili per i produttori italiani di Beni per la Casa

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La crisi del mercato interno nel 2012 e i timori di ulteriori flessioni nell'anno in corso rendono la via dei mercati esteri l'unica strada percorribile per un possibile recupero dei livelli di attività delle imprese italiane di Beni per la Casa ( arredamento , elettrodomestici , elettronica per il consumo , tessile casa , utensileria e articoli per la cucina ). La strada dei mercati esteri è tutt'altro che facile e si snoda lungo le difficoltà legate alla bassa crescita (a volte caduta) delle importazioni nei vari mercati e la crescente competizione portata dai paesi a basso costo. Le prime stime sul 2012 dei flussi di commercio estero contenute nella banca dati Ulisse consentono una fotografia della situazione attuale nell'arena internazionale, facendo emergere alcuni aspetti che possono risultare importanti nel guidare le scelte delle imprese italiane. La domanda mondiale di Beni per la casa è risultata nel 2012 pari a 480 miliardi di euro, corrispondenti a circa 92 milioni di tonnellate, con un prezzo medio al chilogrammo di 5.2 euro. In valore espresso in euro, la domanda mondiale è aumentata nel 2012 dell'11.4%. Si tratta di una performance di crescita significativa se confrontata con i risultati medi del periodo 2007-2011 (+2% medio annuo, in euro). Tuttavia, il contributo alla crescita 2012 è derivato prevalentemente dall'aumento dei prezzi in euro (+6.2%), sostenuto dalla svalutazione dell'euro verso il dollaro (pari al 7.7%). In prospettiva, poiché nella media del 2013 l'euro è previsto apprezzarsi nel confronti del dollaro, si prevede, dal lato della domanda mondiale, un 2013 più difficile rispetto al 2012, con bassa crescita in volumi e probabilmente una flessione dei prezzi in euro. Dal lato delle pressioni competitive, inoltre, il 2012 ha evidenziato una nuova riduzione della quota delle esportazioni italiane sul commercio mondiale, scesa dal 3.8% del 2011 al 3.6% dell'anno scorso. In uno scenario così complesso, le imprese italiane non si possono permettere di non utilizzare al meglio le poche risorse disponibili. Ora più che mai l'allocazione delle risorse per l'internazionalizzazione dovrebbe basarsi su una conoscenza 'scientifica' dei mercati e dei competitori. In particolare, appare sempre più necessario per le imprese italiane spostarsi nella fasce di mercato di maggior qualità . Molte delle nostre imprese sembrano essersi già incamminate su questo percorso. Se scomponiamo, infatti, l'analisi del commercio mondiale per fasce di prezzo (banca dati Ulisse) e prendiamo in esame gli scambi internazionali riguardanti prodotti classificabili nella  fascia alta di prezzo , allora la fotografia che emerge del mercato mondiale è di una industria italiana dei Beni per la Casa che rafforza il proprio posizionamento relativo. [caption id="attachment_1495" align="alignleft" width="529" caption="Figura 1 - Evoluzione quote delle esportazioni italiane di Beni per la Casa per fasce di prezzo (valori in euro; fonte: banca dati Ulisse)"] Figura 1  - Evoluzione quote delle esportazioni italiane di Beni per la Casa per fasce di prezzo (valori in euro; fonte: banca dati Ulisse) [/caption] Come evidenzia la Figura 1, nel 2012 la quota delle esportazioni italiane di Beni per la Casa sulla fascia alta di prezzo ha evidenziato un nuovo incremento (in controtendenza, quindi, con il dato complessivo), proseguendo così nella dinamica già evidenziata l'anno precedente. Le esportazioni italiane di Beni per la Casa di fascia alta di prezzo sono quantificabili in 3.6 miliardi di euro, a fronte di una domanda mondiale misurabile in circa 40 miliardi di euro. Su tale segmento, si evidenzia un prezzo medio di 24.4 euro al kg (contro il 5.2 medio complessivo). Tra il 2007 e il 2012 la domanda mondiale di fascia alta di prezzo ha evidenziato una crescita cumulata in euro del 28%, a fronte di un incremento della domanda mondiale complessiva del 20% circa. Peraltro, tale crescita è avvenuta a 'macchia di leopardo' a livello geografico. I mercati internazionali che hanno maggiormente contributo a questa crescita risultano, in primis,  Germania  e  Stati Uniti , che si caratterizzano quali mercati  BIG-UP  in termini di importazioni di Beni per la Casa di fascia alta di prezzo, con crescite positive e quote elevate su tale segmento (si veda la Figura 2).
Di converso, molti dei mercati UE hanno evidenziato un andamento al più stazionario ( Regno Unito Olanda Belgio Italia ) o solo debolmente positivo ( Francia ) delle importazioni di Beni per la Casa di fascia alta di prezzo. In particolare, si segnala il forte ridimensionamento sperimentato dalle importazioni della  Spagna  (mercato  BIG-DOWN ), che ha evidenziato nel periodo 2007-2012 i contributi in assoluto più negativi alla crescita delle importazioni mondiali di fascia alta di prezzo (precedendo, in questa classifica al contrario, il Canada ). Si segnala, infine, come alcuni mercati extra-UE, come  Russia Svizzera Cina Giappone , abbiano registrato negli anni più recenti dinamiche anche molto positive in termini di importazioni di Beni per la Casa di fascia alta di prezzo, affermandosi come mercati  SMALL-UP . Si reputa, quindi, fondamentale per le imprese italiane di Beni per la Casa di qualità riuscire a monitorare le dinamiche di crescita dei mercati internazionali non soltanto in termini di volumi ma anche e soprattutto in termini di composizione qualitativa della domanda, orientando le proprie strategie di marketing e sviluppo commerciale verso quei mercati internazionali che appaiono maggiormente ricettivi in termini di premium-price .
[caption id="attachment_1502" align="alignleft" width="481" caption="Figura 2 - Principali mercati di Beni per la Casa di fascia alta: contributi alla crescita 2007-2012 e quote delle importazioni mondiali (valori in euro; fonte: banca dati Ulisse)"] Figura 2 - Principali mercati di Beni per la Casa di fascia alta: contributi alla crescita 2007-2012 e quote delle importazioni mondiali (valori in euro; fonte: banca dati Ulisse) [/caption]