Le determinanti dei tassi di cambio

Le dinamiche dei tassi di cambio sono il risultato dell'effetto di molti fattori, rendendone difficile l'analisi.

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Argomento di questo articolo è una disamina dei fattori che concorrono a determinare i livelli dei tassi di cambio.
L'analisi di queste determinanti richiede di essere inserita all'interno di un quadro teorico di riferimento. Teorie diverse, infatti, indicano fattori diversi quali determinanti dei tassi di cambio.
La letteratura economica ha proposto tre principali teorie, che consentono di focalizzare l'attenzione su aspetti diversi, tutti ugualmente rilevanti:

  1. Parità dei tassi di interesse
  2. Parità del potere d'acquisto;
  3. Domanda e offerta di valuta;

Determinanti dei tassi di cambio

Parità dei tassi di interesse

La relazione esistente tra tassi di cambio e tassi d'interesse trova una sua spiegazione nella teoria della Parità dei tassi d'interesse. Questa teoria evidenzia la condizione di equilibrio dei mercati finanziari, in base alla quale il rendimento atteso di un'attività finanziari denominata in valuta nazionale deve essere uguale al rendimento atteso di una analoga attività finanziaria denominata in valuta estera, al netto di movimenti attesi nei tassi di cambio.

Differenziali di tassi di interesse tendono a tradursi in modificazione nei tassi di cambio

Sulla base di questa teoria esiste una relazione diretta tra tassi d'interesse e tassi di cambio. Ad esempio, un aumento del tasso d'interesse nazionale rispetto uno estero, determina un apprezzamento della valuta locale.

Parità dei poteri d'acquisto

La seconda teoria sui tassi di cambio è conosciuta con il nome di Parità dei poteri d'acquisto (PPP). Essa permette di spiegare, sotto determinate assunzioni, la relazione esistente tra tassi di cambio e tassi d'inflazione. La sua affermazione di base è che due panieri di beni uguali, venduti in due diversi paesi, se espressi nella stessa valuta, tendono ad avere lo stesso prezzo.

Il tasso di cambio rende equivalenti i prezzi dello stesso paniere di beni, espressi nelle due valute considerate.

Se vale la PPP, allora un aumento del tasso d'inflazione di un determinato paese produce un deprezzamento della valuta locale rispetto ad una valuta presa come riferimento. Questa teoria spiega le dinamiche economiche prevalentemente di lungo periodo. Viceversa, nel breve periodo, tassi di cambio e prezzi si muovono spesso in modo disallineato.

Domanda e offerta di valuta

Il terzo approccio considera una valuta come un qualsiasi altro bene, il cui prezzo è determinato dall'interazione tra domanda e offerta.

Il prezzo di un valuta è determinato dall'incrocio tra la sua domanda e offerta.

La bilancia dei pagamenti (BOP) è lo strumento che consente di analizzare i fattori alla base della domanda e offerta di una valuta. Essa registra, infatti, le transazioni tra residenti e non residenti di una determinata economia, in un dato periodo di tempo; si compone di tre sezioni.

  1. conto delle partite correnti;
  2. conto dei movimenti finanziari;
  3. riserve della Banche Centrali.

Il conto delle partite correnti registra le transazioni correnti, ossia le vendite e acquisti di merci e servizi e i trasferimenti di reddito, quali le rimesse degli emigranti. A parità di altre condizioni, se il saldo delle partite correnti di un paese è negativo, l'offerta di valuta nazionale risulta superiore di quella estera, determinando un deprezzamento del valore della valuta nazionale. Questo conto presenta un elevato grado di vischiosità, nel senso che saldi negativi sono seguiti da saldi ugualmente negativi e viceversa. La sua previsione è quindi relativamente facile.

Il conto dei movimenti finanziari registra le variazioni di attività dei residenti e non residenti, dovuti a:

  1. trasferimenti tra conti correnti, denominati in valute diverse;
  2. investimenti di portafoglio in obbligazioni, titoli di stato e titoli di borsa;
  3. investimenti diretti in attività reali (acquisto di immobili, imprese, ecc.).

Ogni variazione positiva di attività estere detenute da residenti comporta una domanda di valuta estera e quindi tende a deprezzare il valore della valuta locale. Viceversa, ogni variazione positiva di attività nazionali detenute da non residenti si traduce in una domanda di valuta nazionale, andando a sostenere il suo valore.
Diversamente dal conto delle partite correnti, il saldo dei movimenti finanziari è molto erratico e può cambiare di segno in modo repentino, passando da situazioni di sostegno al valore della valuta locale a situazioni opposte.
All'interno di questo conto alcune componenti sono più volatili di altre. Le più volatili sono i movimenti nei conti bancari che includono le operazioni speculative, dove la domanda e l'offerta di una valuta sono determinate dalle sole aspettative di aumento o diminuzione del valore della valuta stessa.

La terza sezione riguarda le riserve della Banca Centrale composte da oro e da altre riserve, tra cui le riserve valutarie (o riserve di valuta estera). Aumentando le proprie riserve in valuta estera, una banca centrale determina un'offerta aggiuntiva di valuta locale, creando i presupposti di un suo deprezzamento. Viceversa, ogni riduzione delle riserve valutarie determina una domanda di valuta locale, sostenendo il suo valore.

La dinamica di una valuta è il risultato del concorso di molti fattori

L'interazione complessiva tra domanda e offerta di una valuta riflette quindi il risultato delle tre diverse sezioni, rendendo complessa l'individuazione delle singole cause che concorrono a determinare l'apprezzamento o il deprezzamento di una valuta.