La minaccia di dazi USA sulle importazioni di Lavatrici spaventa gli esportatori asiatici
Sul 1° mercato mondiale di “lavatrici a grande carico” - cresciuto a tassi particolarmente accelerati nell'ultimo decennio - non solo le vendite di Cina e Sud Corea ma anche quelle da Vietnam e Thailandia risultano particolarmente esposte.
Published by Marcello Antonioni. .
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Il recente annuncio dell'Amministrazione Trump di possibili dazi sulle importazioni di lavatrici ad uso residenziale
ha subito provocato un'alzata di scudi da parte degli esponenti
dei governi di Cina e Sud Corea.
E' infatti comprensibile l'apprensione per i riflessi negativi che la decisione avrebbe per
le vendite dei due paesi. Gli Stati Uniti risultano, infatti, di gran lunga il principale importatore
mondiale nel segmento lavabiancheria con capacità superiori a 10 kg
(riconducibili, però, solo in parte al segmento residenziale). Quello delle lavatrici a grande
carico è anche il segmento che sta evidenziando i valori e i trend di crescita più favorevoli
a livello internazionale, con un commercio mondiale che, nell'ultimo decennio, è cresciuto
di circa 2 miliardi di euro (a fronte di una relativa stabilità per quelle di capacità medio-piccola), con le importazioni USA
(+803 milioni di euro nel periodo 2008-2017) che sono
risultate determinanti su tale performance.
Fonte: Sistema Informativo Ulisse, Data Warehouse Ulisse
I flussi bilaterali del segmento "lavatrici a grande carico"
Come mostrano i dati del Sistema Informativo Ulisse,
la composizione degli scambi internazionali
del segmento delle Lavabiancheria con capacità superiori ai 10 kg evidenzia non solo la
centralità del mercato statunitense (39.6% delle importazioni mondiali 2017), ma soprattutto la
vulnerabilità dei paesi partner asiatici: l'anno scorso la Cina,
primo esportatore al mondo del segmento,
ha rivolto sul mercato statunitense circa il 36% delle proprie vendite in valore; per la
Sud Corea, secondo
esportatore mondiale del segmento, il mercato USA rappresenta circa il 45% del proprio export;
per la Thailandia
si tratterebbe di vedere "a rischio" il 33% del proprio export del segmento;
nel caso del Vietnam (4° esportatore mondiale),
gli Stati Uniti rappresentano addirittura la sola destinazione, segnalando molto probabilmente
che si tratta di produzioni localizzate nel paese appositamente per "aggredire"
il mercato USA con il basso costo.
Lo stesso discorso vale, naturalmente, per il Messico (storicamente primo bersaglio degli annunci protezionistici di Trump)
per il quale il mercato statunitense riveste una importanza strategica,
dato che assorbe ben il 53 per cento delle proprie esportazioni, peraltro più diversificate (oltre che
verso il Canada, si segnalano flussi significativi anche verso i mercati del Sud America
(con Cile, Colombia e Perù, su tutti).