Tassi di cambio effettivi e salute di un'economia

Il tasso di cambio effettivo può essere un buon indicatore indiretto del grado di salute economica di un paese.

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Il tasso di cambio della moneta di un paese può essere un buon indicatore indiretto della sua salute economica. Un tasso di cambio si apprezza, infatti, quando, sul mercato dei cambi, gli operatori domandano maggiormente la valuta del paese in esame rispetto a quelle dei suoi partner. Questo può avvenire fondamentalmente per due motivi:

  1. perchè il paese esporta più di quanto non importi, segnalando una buona competitività del paese;
  2. perché il paese è in grado attirare capitali dall'estero, attraverso attese di rendimento degli investimenti, in titoli o in attività reali, maggiore di quanto non siano in grado di fare i propri competitori.

Viceversa, il cambio si deprezza quando il paese perde competitività o quando non è in grado di offrire i rendimenti che offrono i paesi partner.

Naturalmente il tasso di cambio di una valuta può apprezzarsi verso alcune valute e, contemporaneamente, deprezzarsi verso altre. Il tasso di cambio bilaterale tende, infatti, a riflettere il grado di salute relativo tra le due economie considerate. Un'economia, anche se attraversa una fase particolarmente positiva, può risultare comunque meno dinamica di un'altra, e subire quindi un deprezzamento della propria valuta rispetto a quella presa a riferimento.
Per avere una valutazione sintetica del grado di salute di un'economia rispetto alle economie dei paesi partner, è utile il tasso di cambio effettivo, che misura la media pesata dei tassi di cambio bilaterali tra la valuta del paese in esame e quella dei paesi partner, utilizzando come pesi l'importanza degli scambi commerciali tra i vari paesi.

Il grafico che segue riporta i tassi di cambio effettivi dei cinque paesi BRICS, dall'inizio del 2013 alla fine del 2017. L'analisi della loro dinamica può essere utile quale esempio di come un tasso di cambio effettivo può riflettere il grado di salute di un'economia.

BRICS: tassi di cambio effettivi

Dall'analisi del grafico emerge chiaramente come, nel periodo considerato, Cina e India si sono caratterizzati per tassi di cambio effettivi stabili se non in aumento, segnalando il buon grado di salute di queste due economie. Viceversa, Brasile, Russia e Sud Africa hanno attraversato, nei 5 anni considerati, tre diverse fasi, evidenziate nel grafico con tre colori diversi:

  • dall'inizio del 2013 alla fine del 2015: in questo periodo tutti e tre i paesi accusano un progressivo indebolimento del cambio che riflette il peggioramento dell'economia dovuto al crollo del prezzo delle materie prime (Russia e Brasile) e al dilagare della corruzione (Brasile e Sud Africa). In questo periodo, il Sud Africa passa da una crescita prossima al 3%, allo 0.3% del 2016. In Russia, la crisi economica registra il suo apice del 2015 con un crollo del prodotto interno lordo del -2.8%. Il Brasile, infine, subisce la crisi più profonda della sua storia, con 8 trimestri consecutivi, tra la primavera del 2015 e quella del 2017, di flessione del prodotto interno lordo. In tutti e tre i casi, il deprezzamento del cambio ha anticipato la fase più acuta di crisi;
  • dall'inizio del 2016 alla primavera del 2017 in cui il tasso di cambio si apprezza, anticipando l'uscita dell'economia dalla fase più acuta della crisi;
  • dalla primavera 2017 ad aggi: con tassi di cambio leggermente in flessione, che segnalano il permanere di una situazione incerta, legata alle incertezze sul prezzo del petrolio e alla tensioni geopolitiche per la Russia, e alle incertezze di politica interna per il Brasile e il Sud Africa.