Focus emergenti: il caso del Sudafrica

L’economia in frenata guida il deprezzamento del Rand

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Africa Exchange rate Emerging markets Exchange rates

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L’elezione di Ramaphosa a segretario dell’African National Congress – meglio noto come partito di Nelson Mandela – nel dicembre 2017 e le successive dimissioni del presidente del Sudafrica Zuma, avvenute nel febbraio 2018 in seguito ad una serie di scandali, avevano costituito motivo di fiducia per i mercati finanziari, portando ad un deciso apprezzamento del Rand.
La valuta ha toccato il suo punto di massimo proprio a febbraio, momento in cui si è verificato il passaggio di consegne da Zuma a Ramaphosa alla guida del paese: l’evento simboleggiava infatti l’inizio di una nuova epoca, segnata non più dalla corruzione e dalla stagnazione economica, ma dalla speranza per una nuova fase di sviluppo.

Quattro mesi dopo, il bilancio dell’operato del nuovo presiedente non sembra roseo come da attese, quantomeno stando a quanto emerge dall’analisi dell’andamento della valuta: il grafico di seguito riportato mostra infatti una riduzione del 16.6% del valore del Rand rispetto al dollaro (10.5% rispetto all’euro) da febbraio ad oggi.

Tasso di cambio Rand sudafricano verso il dollaro

Le cause dell’indebolimento

I fattori che hanno guidato il deprezzamento del Rand sono molteplici, e non soltanto interni al Sudafrica.

Fattori interni

  • In prima linea si colloca la performance economica debole che il paese ha registrato nel 1° trimestre 2018, così come mostrato dal Quarterly Bulletin pubblicato ieri dalla South African Reserve Bank (SARB). Il documento segnala una contrazione del PIL del 2.2% su base annua nel trimestre analizzato, rallentamento che ha interessato in particolar modo i settori primario e secondario1.
    Anche a livello di bilancia commerciale il 1° trimestre 2018 si è rivelato negativo per il Sudafrica, con un deficit delle partite correnti peggiorato in modo significativo al 4.8% del PIL. La ragione risiede principalmente in un declino dei prezzi delle commodities valutati in Rand, che ha portato ad una diminuzione di valore nell’export del settore minerario.
  • Il fattore aspettative ha inciso a sua volta sull’andamento della valuta: nonostante Ramaphosa abbia promesso di occuparsi di combattere corruzione e disoccupazione, nei mesi successivi i mercati non hanno visto cambiamenti effettivi. Il clima di ottimismo generato dall’ascesa al potere del leader è quindi progressivamente scemato, instradando il Rand su un cammino di indebolimento.
    Secondo il Monetary Policy Commitee della SARB, tale indebolimento costituisce la naturale risposta rispetto ai livelli raggiunti all’inizio del 2018, considerati di sopravvalutazione.

Fattori esterni

  • Fuori dal paese, le cause del deprezzamento della valuta sudafricana sono da ricercarsi nei progressivi rialzi dei tassi d’interesse USA portati avanti da metà aprile, che hanno causato una fuga dagli asset dei paesi emergenti, nonché un indebolimento delle loro valute.
  • Anche l’aria di guerra commerciale tra USA e Cina, che negli ultimi mesi ha generato e continua a generare preoccupazione a livello globale, non ha risparmiato timori al Sudafrica, che annovera le due superpotenze tra i suoi principali partner commerciali (fonte: SIUlisse).

Le prossime mosse

Nonostante la contrazione registrata nell'ultimo trimestre, nel 2017 l'economia sudafricana ha dato segnali di moderata crescita (+1.3% del PIL); inoltre l’inflazione non mostra una dinamica preoccupante, risultando a maggio 2018 nel target della banca centrale (CPI pari al +4.4% su base annua).
Dato il quadro generale, le autorità sudafricane di politica monetaria non hanno ritenuto necessario aumentare i tassi d’interesse nell’ultimo meeting di maggio, lasciando quindi il repurchase rate invariato al 6.5% e confermando un approccio accomodante. Se positiva a livello di spinta all’economia, una simile scelta non darà però sostegno alla valuta, che potrebbe continuare l’avviato cammino di indebolimento nei mesi a seguire, anche sulla base degli sviluppi nello scenario internazionale.


Note:
1. Declino nella produzione agricola e mineraria.